Claudia Adamo, l'oncologo: "Lutto che colpisce ma la mortalità tra i giovani si è ridotta di oltre il 20% in 15 anni"

Drammatica la perdita di una persona nel pieno della sua attività e vitalità, "ma abbiamo fatto progressi sulle cure. Un po' meno sui fattori di rischio che sono in aumento". L'analisi del presidente dell'Aiom, Francesco Perrone

Claudia Adamo al Tg1 - Facebook
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28 luglio 2025 | 14.46
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L'impatto emotivo di una morte per cancro, come nel caso di Claudia Adamo, "è sempre drammatico, tanto più quanto chi muore è giovane, in piena attività, con una cerchia professionale di affetti che inevitabilmente non può assorbire tanto facilmente una notizia così dura. Questo è un dato di fatto incontrovertibile. Le statistiche ci aiutano ad inserire in un quadro più ampio il caso". E ci dicono che, in generale per tutti i tipi di tumore, i decessi tra i giovani "sono in deciso calo: tra il 2006 e il 2021 abbiamo riscontrato in Italia una riduzione del 21% della mortalità tra le donne al di sotto dei 50 anni. E per gli uomini della stessa fascia di età una riduzione del 28%. Questo grazie ai miglioramenti delle cure". A parlarne all'Adnkronos Salute - a partire dalla commozione suscitata dalla morte della 51enne responsabile di Rai Meteo - è Francesco Perrone, presidente dell'Associazione italiana medici oncologi (Aiom) .

Nelle donne il tumore che più di tutti ha avuto una riduzione di mortalità "è quello della mammella, -31% - riporta Perrone - mentre negli uomini quello del polmone. Ma ci sono anche tumori per i quali i progressi tardano ad arrivare. Per il cancro del pancreas, ad esempio, i passi avanti sono stati piccolissimi e sporadici. E' sicuramente una neoplasia per la quale dobbiamo fare molto, ma molto di più. Continuare a fare ricerca è assolutamente necessario, perché è l'unica strada che può portare a migliorare le nostre capacità terapeutiche". I numeri comunque, continua l'oncologo, "ci dicono che i casi di tumore diagnosticati in giovane età non sono in crescita e su diversi tipi di cancro abbiamo fatto grandi progressi nelle cure".

E questo "non tanto nella diagnosi precoce, perché con l'eccezione dei tumori della cervice - ricorda Perrone - non esistono programmi di screening per i tumori che insorgono in età giovanile, ma abbiamo fatto dei notevoli passi avanti da un punto di vista terapeutico". Il problema, però, è che su scala globale "l'incidenza di cancro tende ad aumentare perché aumentano i fattori di rischio - rimarca il presidente Aiom - Pensiamo per esempio all'inquinamento e ai suoi effetti sommati anche ai cambiamenti climatici". Su qualcosa tuttavia "siamo migliorati: negli ultimi decenni, dopo tante battaglie, si è ridotta l'abitudine al fumo di sigaretta, ma non abbastanza e abbiamo ancora, come fattore di rischio, un'assunzione di alcol elevata. E anche le abitudini di prevenzione - una dieta ricca di frutta e verdura, il movimento fisico - non sono adottate sufficientemente". Il messaggio importante quindi, secondo Perrone, è richiamare "le persone ad scegliere sani stili di vita", ma anche chiedere "ai governi di mettere in campo politiche per ridurre l'inquinamento e i fattori di rischio ambientali. In modo da ridurre il più possibile le diagnosi di cancro e ancora di più i lutti".

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