Cocktail e aperitivi vip, in Sardegna torna il classico: spopola il Daiquiri

Stop alle novità a tutti i costi: nei luoghi più esclusivi tornano sulla cresta dell'onda sapori che sembravano ormai relegati agli album delle foto in bianco e nero

14 agosto 2025 | 11.09
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La corsa alla novità a tutti i costi sembra aver impresso una decisa frenata in questa rovente estate 2025, almeno per quanto riguarda i gusti degli italiani che, sulle coste della Sardegna, nei luoghi più amati dai Vip, spingono sulla cresta dell'onda sapori che sembravano ormai relegati agli album delle foto in bianco e nero. Primo fra tutti, il Daiquiri.

"L'estate 2025 segna un deciso ritorno ai cocktail caraibici -spiega all'Adnkronos Andrea Balleri, miglior sommelier d’Italia nel 2013, premiato nel 2025 come miglior professionista del beverage in Italia per il suo straordinario percorso nel mondo del bartending e della sommellerie e vicepresidente di Abi Professional, l'associazione barmen italiani-. Il Daiquiri è prepotentemente tornato in voga e potrebbe sicuramente essere definito il cocktail dell'estate 2025".

Balleri opera in Sardegna e, assicura, "qui non ci sono problemi di spiagge vuote o di calo delle presenze, anzi. Qui c'è un turismo d'elite, personaggi che arrivano a bordo di yacht faraonici e richieste qualche volta un po' bizzarre". E' il caso di un oligarca russo: "Da quando è iniziata la guerra non se ne vedono più molti -premette Balleri-; tuttavia ricordo questo signore che mi chiese un cocktail fatto con del cognac Louis XII-Remy Martin e champagne Cristal, per lui e la ragazza che era con lui. Ha speso poco più di mille euro. La cosa buffa è che la ragazza non sembrava aver gradito un granché. Ha fatto delle facce strane e ha lasciato il bicchiere semi pieno. Alla fine se li è bevuti tutti e due lui".

Per tornare alle tendenze cocktail 2025, sulle spiagge della Costa Smeralda i cocktail a base di tequila sono i più richiesti: "Stanno letteralmente spopolando; il Paloma e il Margarita erano cresciuti molto già nel 2024, ma quest'anno stanno facendo ancora di più". Tuttavia è "il Daiquiri a vivere una seconda giovinezza; sta spopolando sia nella versione più classica, a base di rum, succo di lime e zucchero, fino alle sue versioni frozen, El Floridita e Strawberry Daiquiri, fatto con le fragole".

Frenano invece le proposte analcoliche, che lo scorso anno avevano vissuto un boom: "C'è sempre chi chiede free-alchool cocktail o mocktail, tipo Virgin Colada o Virgin Mojito, e c'è chi chiede lo spritz analcolico, ma molto meno rispetto all'anno scorso. Sono principalmente le donne e i 'salutisti', che chiedono anche acqua tonica che è fresca e ha poche calorie. L'acqua tonica, quest'anno in particolare, viene chiesta in tanti modi diversi, tant'è che nei bar qui ne abbiamo tutti una cinquantina di versioni". Pacchia finita per gli astemi? "Noi una piccola carta la facciamo sempre -dice Balleri- anche perché già negli anni 90 esistevano i cocktail dietetici senza alcool, con lo yogurt o con il centrifugato di finocchio. Ora magari va più l'analcolico con la spuma di cetriolo o l'aria di camomilla. Idee che sta poi al barman proporre".

E se i grandi classici come il Gin Tonic non vedono neanche lontanamente la via del tramonto, "non mancano mai sulle tavole", è attraverso i nuovi prodotti che si riesce più facilmente a dare sfogo alla creatività, anche dal punto di vista della presentazione: "Oggi dobbiamo lavorare sempre più verso un'esperienza più completa, che coinvolga più sensi; immaginate il classico 'American Bar' con gli sgabelli eleganti, le luci soffuse e la musica. Lì, più riesci a colpire i clienti e meglio è". Per chiarire, "oltre a bicchieri colorati, frutta e composizioni come decorazione, c'è anche lo storytelling; un po' come si fa con il vino, raccontiamo come è stato fatto, con quali prodotti, ma anche storie incantate, che incuriosiscono tanto anche i giovani, come nel caso del Daiquiri. Questo cocktail è nato in un piccolo bar de L’Avana chiamato Bar Florida; una delle sue varianti, chiamata El Floridita, è nata perché Hemingway, che era diabetico, lo beveva senza zucchero e ci aggiungeva succo di pompelmo e liquore al maraschino".

Quando, poi, è possibile, si utilizzano miscelazioni identitarie del territorio: "In Sardegna, ad esempio, si utilizzano al 99% prodotti a chilometro zero". In questo senso, il cocktail made in Sardegna firmato Andrea Balleri è il 'Negrontini': "Si tratta di un Negroni fatto con un ingrediente principe che è la Vernaccia di Oristano, un vino a carattere ossidativo, assieme al Gin e al Bitter".

Chi fosse in cerca di idee per l'aperitivo serale, quello cioè servito dopo le 19, le proposte si fanno più strutturate: "Proporrei un cocktail spiritoso, come potrebbe essere una Pina Colada con la scorza dell'ananas fatta a forma di sorriso. O, perché no, un cocktail più 'posh', più sofisticato, come il Martini nelle sue mille declinazioni: dal Martini Dry con l'olivetta, intramontabile, al Vodka Tini e il Vesper Martini con il Lillet". Chi è che chiede i cocktail a base di Martini? "Prevalentemente clienti over 30, così come il signore elegante con la camicia e l'orologio che vuole farsi vedere".

E cosa potrebbe meglio accompagnare queste creazioni? "Anche in questo caso c'è un gran lavoro di ricerca per creare quel qualcosa di diverso, anziché le classiche patatine e noccioline", spiega Balleri. Olive, nei contesti più esclusivi, raccomandate anche da molti nutrizionisti, ma anche finger food, come mini tartine e canapé: "In alcuni locali gli 'stuzzichini' sono a pagamento e c'è addirittura una lista; in altri locali il cocktail costa un po' di più, ma viene servito con dei finger food a base di salmone o acciughe e vol-au-vent". I prezzi? "A Porto Cervo, e in generale in Costa Smeralda, un cocktail può arrivare anche a 35-40 euro".

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