Botte e minacce all'ex compagna anche quando incinta, chiesto rinvio a giudizio per il padre di Elisabetta Gregoraci

Secondo quanto riportato nella denuncia della vittima, una 57enne di Torino, le violenze sarebbero andate avanti per oltre 10 anni. L'udienza davanti al gup fissata per il prossimo 5 novembre

Mario Gregoraci con la figlia Elisabetta - Ipa
Mario Gregoraci con la figlia Elisabetta - Ipa
22 ottobre 2025 | 15.45
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Presa a schiaffi e pugni, anche durante la gravidanza, spinta per terra, tirata dai capelli e sbattuta con la testa contro i fornelli della cucina, minacciata di morte con dei coltelli e pedinata ovunque. È la spirale di violenza cristallizzata nella denuncia fatta ai carabinieri da Rosita Gentile, 57enne di Torino, ma residente a Soverato nel Catanzarese, nei confronti dell’ex compagno ed ex convivente Mario Gregoraci, 74 anni, padre della popolare showgirl.

Le accuse

Per l'uomo, indagato per maltrattamenti, atti persecutori e lesioni personali aggravate e attualmente sottoposto alla misura del divieto di dimora nei Comuni di Davoli e Soverato, il pubblico ministero della Procura di Catanzaro Graziella Viscomi - che nei suoi confronti aveva chiesto gli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico - ha chiesto il rinvio a giudizio. L'udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Catanzaro è fissata alle 10 del 5 novembre prossimo.

Anni di violenze

Le violenza, stando al racconto della donna, sarebbe andata avanti per tutta la durata della convivenza, dal 2012 al 2021, protraendosi anche dopo la fine della relazione, fino al 2024, e anche davanti alla figlia, all’epoca dei fatti minorenne. Una serie di vessazioni quotidiane non soltanto fisiche, ma anche psicologiche: l’uomo, infatti – si legge negli atti d’indagine come la richiesta di rinvio a giudizio e la richiesta di applicazione della misura cautelare - soleva apostrofarla con epiteti offensivi, o con frasi come: “Sei la più schifosa delle donne”, “Non vali niente”, “Tu sei niente, meglio di te la trovo all’angolo di Copanello”, oppure minacciarla di morte: “Io non ho niente da perdere, non so quanti anni mi sono rimasti da vivere, ma a te ti ammazzo pure”, “Ti metto un coltello davanti e te lo faccio uscire di dietro”.

Botte e umiliazioni sarebbero andate avanti anche mentre Rosita era incinta: “Sentivo un click alla mandibola quando tirava queste sberle – ha raccontato la donna ai carabinieri -. Una volta non riuscivo a sentire per due giorni, lo confidai al mio medico curante, però lui mi disse di andare in ospedale e io non lo feci, primo perché non volevo fargli del male, volevo proteggerlo, poi perché mi vergognavo e poi non volevo che lo sapesse mia figlia. Poi, nel tentativo di fermarlo, quando aspettavo questo bambino, lui mi dette una spinta talmente forte, io cominciai a sanguinare, me lo sentivo, e andai a sbattere col fianco al bracciolo del divano. Io rimasi lì per terra, lui sbatté la porta e se ne andò”.

Proprio nei giorni scorsi, in un’intervista a Calabria 7, Rosita aveva ripercorso quei momenti di terrore, rivelando che l’ex compagno le disse che “me ne dovevo liberare, mi diceva se vuoi tenerlo me ne lavo le mani”. A ciò si aggiungeva una gelosia morbosa e accecante, un controllo ossessivo delle sue abitudini e del suo modo di vestire, la minaccia di tagliarle la minigonna con le forbici e farla in mille pezzi se solo avesse osato indossarla, i pedinamenti sul lungomare e fino a sotto casa, gli escamotage più assurdi, come ad esempio legare con un filo da cucito le estremità del cancello per monitorare le uscite di casa e alludere, così, a ipotetici tradimenti. Comportamenti che, inizialmente, la donna avrebbe giustificato attribuendoli alle “provocazioni delle figlie” di Gregoraci, note donne dello spettacolo, le quali non accettavano la relazione tra lei e il padre, ma che poi ha avuto il coraggio di denunciare per porre fine allo stato di forte ansia e paura per la propria incolumità in cui era costretta a vivere da anni.

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