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Bambini dell'asilo in gita alla moschea, bufera sui social: "Indottrinamento"

Polemiche per l'iniziativa di una scuola dell'infanzia del Trevigiano

(Foto da pagina Facebook scuola)
(Foto da pagina Facebook scuola)
04 maggio 2025 | 09.24
LETTURA: 2 minuti

Gita in moschea per i bambini della scuola dell'infanzia nel piccolo comune di Ponte Priula, nel trevigiano. "Questa mattina (mercoledì 30 aprile, ndr) siamo stati accolti dall'Imam nella moschea di Susegana - si legge in un post Facebook della materna - è stata un'esperienza davvero emozionante. Ci siamo tolti le scarpe, le maestre hanno indossato un velo e siamo entrati in una grande stanza dove per terra c'era un enorme tappeto rosso con alcune strisce bianche dove ci si mette per pregare. L'imam ci ha spiegato che la religione musulmana si fonda su 5 pilastri e ci ha detto che loro pregano 5 volte al giorno (ci abbiamo anche provato)". A suscitare polemiche e qualche indignazione proprio le foto postate sulla pagina social dei bimbi chinati in preghiera.

"In merito alla vicenda della scuola paritaria della provincia di Treviso, che avrebbe portato i propri alunni a pregare in una moschea, l’Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto precisa che si tratta di una scuola non statale, iscritta alla Federazione Italiana Scuole Materne", rende noto . l'Ufficio Scolastico Regionale per il Veneto. "Pur in attesa che si definiscano meglio i dettagli dell’accaduto, su incarico degli uffici centrali del Ministero dell'Istruzione e del Merito, l’Usr per il Veneto ha avviato gli opportuni approfondimenti, tesi in particolare a verificare se siano state rispettate, tra l’altro, le norme sulla parità scolastica", prosegue la nota.

"Si ricorda che anche per questa istituzione, come per tutte le scuole statali e paritarie, vigono le regole dell’autonomia scolastica - si legge - da cui discende la necessità di dotarsi del proprio progetto educativo, specifico, autonomo e condiviso con le famiglie. A questo progetto educativo le insegnanti e il coordinatore scolastico devono attenersi, come richiesto dalla Legge n. 62/2000 sulla parità scolastica, per ogni tipo di attività progettuale".

Bufera social

Sui social si accende il dibattito e fioccano i post polemici. "I bambini vanno a scuola per studiare non per essere indottrinati con ideologie fuori dalla storia", scrive Alberto; e ancora: "Siete vergognosi! Fossi il padre di uno di quei bambini, prima lo ritirerei da quell'istituto, poi prenderei dei provvedimenti nei vostri vergognosi confronti! Vergogna!" commenta Enrico. Ma non è la prima volta che la scuola "accompagna i bambini alla scoperta della fede islamica. "Già in occasione della festa per la fine del Ramadan - si legge nello stesso post - Shevala, mamma di Bilal, ha letto un libro che spiega ai bambini cos'è e cosa si fa durante il Ramadan. Grazie di cuore all'Imam che ci ha aperto le porte della moschea e ci ha accolto con rispetto, amicizia ed entusiasmo".

Tra i commenti, non solo insulti ma anche qualche dubbio, come quello espresso da Clotilde: "Il progetto è rivolto ad una sola religione o include anche le altre fedi presenti nel territorio, prevedendo per ciascuna momenti di preghiera' per la pace? Se si ritiene che 'la dimensione spirituale e quindi religiosa sia parte integrante del progetto educativo di scuole dell’infanzia di ispirazione cristiana', io mi aspetterei una educazione completa per tutte le fedi del territorio".

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