Il rapimento della ragazza sicuramente non rientrava nell''oggetto sociale' della banda
"Nel processo della Banda della Magliana nessuno ha fatto cenno alla vicenda di Emanuela Orlandi anche se - lo hanno dimostrato i processi successivi - c'era una corsa da parte di molti a formulare le narrazioni più mirabolanti proprio al fine di guadagnarsi lo status di collaboratore di giustizia con tutto ciò che ne conseguiva sul piano dei benefici carcerari". Lo ha affermato Otello Lupacchini, giudice istruttore dell'inchiesta sulla cosiddetta Banda della Magliana nel periodo tra il 1990 e il 1994, nonché autore del libro '12 donne un solo assassino', ascoltato in audizione davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. "Che nessuno abbia parlato di Emanuela Orlandi per me è molto più significativo che se ne avessero parlato: era un boccone ghiotto da addentare, ma sul punto nessuno ha parlato all'epoca, salvo poi rigurgiti successivi".
Per quanto riguarda le parole di Sabrina Minardi (che fu legata sentimentalmente a De Pedis, ndr.), secondo Lupacchini, non è stata creduta proprio per le sue stesse affermazioni visto che dichiarò che "De Pedis le aveva mostrato due sacchi della spazzatura con all'interno due cadaveri: in uno c'era quello di Orlandi, nell'altro quello del piccolo Nicitra, ma c'è un particolare: il piccolo Nicitra sparì nel '93 e De Pedis morì nel '90". "Se la banda della Magliana fosse stata coinvolta (nella vicenda Orlandi, ndr.), mi sembra strano che nessuno ne abbia parlato", ha precisato l'ex magistrato nel corso dell'audizione. Soffermandosi poi sulle dinamiche interne alla banda Lupacchini ha anche osservato che "in nessun caso emerse che il conflitto (tra i due gruppi dell'organizzazione criminale, ndr.) avesse tra le varie cause anche il rapimento della Orlandi che sicuramente non rientrava nell''oggetto sociale' della banda della Magliana".
A una domanda sull'ipotesi di un eventuale ruolo, anche autonomo, di Enrico De Pedis, nella scomparsa della cittadina vaticana, Lupacchini ha risposto che "in linea di principio nulla lo esclude" pur ribadendo che la vicenda non fosse di interesse della banda. Alla domanda della commissaria M5s Stefania Ascari che gli ha chiesto se, "nella sua attività di magistrato o nelle indagini le è mai stato riferito direttamente o indirettamente qualche elemento oggettivo e verificabile che colleghi in modo credibile la banda della Magliana alla vicenda Orlandi e Gregori", Lupacchini ha risposto un "no" secco.
Durante l'audizione Lupacchini ha anche fatto riferimento a ciò che lo ha colpito della vicenda della cittadina vaticana scomparsa: "Non escludo che nella strumentalizzazione del rapimento Orlandi si siano aperti altri filoni di ricatto, quello che posso dire è che per quanto concerne i rapporti documentati da intercettazioni telefoniche e dichiarazioni varie raccolte relativamente all'interlocuzione ai fini del riscatto dell'ostaggio" un elemento che mi "colpisce è che non ci sia mai né l'offerta né la richiesta di una prova dell'esistenza in vita dell'ostaggio". Lupacchini non si riferisce certo ai familiari della ragazza, ma "ai diversi soggetti che potevano essere toccati dal sequestro, se strumentalizzato in un certo modo, eppure nessuno, pur partecipando all'interlocuzione, ha chiesto mai la prova dell'esistenza in vita né coloro che si prospettavano come rapitori e detentori dell'ostaggio hanno offerto mai questa prova".
L'ex magistrato ha puntato l'attenzione sui Servizi segreti e in particolare sulle indagini svolte all'epoca da Gangi (Giulio l'agente che si occupò del caso ndr): "C'erano stato un attentato al Papa e altre vicende, vuole che i servizi segreti non si siano interessati anche alla vicenda Orlandi? - ha detto Lupacchini rivolgendosi a un commissario - E nel caso in cui se ne sono interessati cosa è venuto fuori?". L'ex magistrato ha ricordato "la vicenda di Gangi, uomo del Servizi che si è gettato in una ricerca autonoma o indirizzato da qualcuno". "Indubbiamente Gangi aveva accertato qualcosa: per conto di chi? Dove sono finiti i suoi accertamenti? - si è chiesto Lupacchini - Come mai è stato rimosso da quell'incarico? Bisogna muoversi in questa logica, lavorare di fantasia non serve a niente e a nessuno, aprire gli armadi e vedere cosa ci si trova dentro forse potrebbe essere utile". E alla domanda a quali armadi si riferisse, Lupacchini ha fatto riferimento agli "atti prodotti in Vaticano cioè l'esistenza di qualche dossier relativo a questa vicenda, ma anche a quelli dei Servizi perché le attività di Gangi e della sua squadra, che poi venne estromessa, da qualche parte sicuramente arrivarono".