Nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il Centro Europeo di Studi Culturali ha voluto rendere omaggio a donne straordinarie che, con la loro forza, il loro talento e la loro sensibilità, rappresentano al meglio l’anima di Roma. Tra queste donne il Centro Europeo ha voluto conferire alla professoressa Cinzia Rossi il titolo di 'Roman Women Ambassador', riconoscimento assegnato a venti donne che, in diversi ambiti, hanno onorato la nostra Capitale, contribuendo con la loro azione e la loro visione a renderla una città più viva, solidale e consapevole. La cerimonia si è svolta nella Sala David Sassoli di Palazzo Valentini, martedì 25 novembre, ore 15.30, alla presenza di Fabrizio Santori, consigliere dell’Assemblea Capitolina, di Antonio Giammusso, Consigliere della Città metropolitana di Roma, e del consigliere Alessandro Alongi, presidente della Commissione Politiche Sociali del XII Municipio di Roma. Sono state premiate donne che si sono distinte nel mondo dell’imprenditoria, nella cultura, nello spettacolo, nell’arte, nel giornalismo e nel settore accademico o sanitario. Con loro anche madri di famiglia, spesso da sole e impegnate in dolorose battaglie quotidiane per ottenere ciò che spetta loro: la giustizia sociale.
La professoressa Cinzia Rossi, sociologa e docente universitaria, è la presidente della Rete per i Beni Comuni denominata 'Fondazione Communia', che opera su sette ambiti di Beni Comuni, ovvero il Capitale naturale, il Patrimonio culturale e paesaggistico, le Infrastrutture strategiche, Conoscenza e educazione, Welfare, Città sostenibili, Giustizia e privacy. È ideatrice dell’iniziativa '#La Partita del Futuro', campionato per progetti e idee con i giovani e per i giovani di tutte le scuole di secondo grado. Dopo Torino, Napoli, Taranto, nella primavera del 2025 l’evento ha avuto luogo allo Stadio Olimpico di Roma con la partecipazione di studenti di 370 scuole della capitale.
"L’iniziativa - spiega la professoressa Cinzia Rossi - è nata per 'rendere operante e permanente la visione dei Beni Comuni come asset strategico di sviluppo del Paese e per lavorare come una nuova infrastruttura di economia comunitaria, in grado di superare la dicotomia ‘pubblico-privato’ per la gestione dei Beni Comuni, ricercando nuove forme di tutela, valorizzazione economica, sociale, ambientale, culturale dei beni, in grado di coinvolgere le comunità, a beneficio delle generazioni future. Perché un bene sia davvero comune la gestione deve essere in grado di generare valore condiviso per tutti i portatori di interesse. I Beni Comuni o sono di tutti o semplicemente non sono".