A Firenze il primo e unico testo teatrale di Giovanni Spadolini

Nel centenario della nascita, la Fondazione Spadolini porta in scena "La follia di uno Zar", dramma giovanile scritto con Giulio Cattaneo: un debutto assoluto che unisce memoria, teatro e storia

(Giovanni Spadolini a 15 anni - ufficio stampa Fondazione Spadolini)
(Giovanni Spadolini a 15 anni - ufficio stampa Fondazione Spadolini)
06 novembre 2025 | 11.20
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A ottantacinque anni dalla sua stesura e a oltre quarant'anni da un debutto mancato, arriva sul palcoscenico "La follia di uno Zar (Ivan il terribile)", l'unico testo teatrale firmato da Giovanni Spadolini. Domenica 9 novembre, alle ore 18.45, nelle sale della Biblioteca Spadolini Nuova Antologia in via Pian de' Giullari 36 a Firenze, la Fondazione Spadolini celebra così il centenario della nascita dello statista e intellettuale fiorentino con un evento di grande valore storico e culturale: la prima italiana assoluta del dramma in cinque atti scritto nel 1940 da un giovanissimo Spadolini, appena 15 anni, insieme all'amico e compagno di studi Giulio Cattaneo.

Un "peccato d'adolescenza", come lo definiva lo stesso Spadolini, attraversato da quell'eleganza e da quella leggerezza di pensiero che lo avrebbero poi distinto nella vita pubblica. L'ispirazione nacque sui banchi della seconda ginnasio, quando i due quindicenni, affascinati dalla figura sanguinaria di Ivan il Terribile narrata da Aleksej Tolstoj - non il celebre autore di "Guerra e pace", ma un drammaturgo e narratore russo poco conosciuto in Europa - ne offrirono una personale riscrittura, in una serie di quadri brevi e incisivi.

Il testo del 1940, rimasto a lungo nel cassetto, fu più volte avvicinato alla scena. Cattaneo, amico di Giorgio Albertazzi, tentò di realizzarne un allestimento con l'attore, che ne custodì a lungo il dattiloscritto, definendolo "una prova sorprendente di maturità e immaginazione".

Tra il Natale 1983 e il Capodanno successivo Spadolini tornò su quelle pagine, pubblicando con Nuova Antologia (Polistampa) in copie anastatiche del dattiloscritto originale. Sembrava imminente il debutto, ancora con Albertazzi protagonista; sopraggiunsero invece difficoltà organizzative e l'allestimento non vide mai la luce, pur suscitando curiosità e consenso tra gli addetti ai lavori.

"Ad oltre quarant'anni da quell'occasione mancata - è il commento di Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini -, la nostra Fondazione invita Ugo De Vita, noto autore, attore e docente universitario, a riportare il progetto in scena, nel rispetto della forma e della sostanza originali: un tempo unico di circa un'ora, con la salvaguardia degli ampi monologhi". Al fianco di Ugo De Vita saranno in scena Massimiliano Cardini, attore fiorentino con esperienze nel cinema per Martone e Sorrentino, Maurizio 'Iccio' Brunetti, che ha lavorato con De Vita, Dapporto, Bonetti e Ivana Monti, e la giovane Giulia Guidi, diplomata all'Accademia 'Alessandra Garrone' di Bologna.

"È una gioia è una occasione importante per me questo allestimento - spiega Ugo De Vita, che cura anche la regia dello spettacolo - sono davvero grato alla Fondazione e a Cosimo Ceccuti. Un onore tornare alla drammaturgia di questi 'ragazzi' straordinari, ma anche di rinnovare l’omaggio a Giorgio Albertazzi, grandissimo interprete della nostra prosa, che diressi nell’Amleto di Luzi, come voce dello Spettro, avendo accanto a me Elisabetta Pozzi, quella che considero la più grande attrice del nostro teatro, che oggi insegna allo Stabile di Genova. Il testo propone temi e argomenti attualissimi, quali gli orrori della guerra e prima ancora i conflitti familiari, con la morte del figlio dello Zar, Giovanni, in scena si accende un autentico falò di sentimenti con accenti a tinte forti della tragedia, in quello che sarà a tutti gli effetti l'esordio teatrale del futuro Presidente del Senato e un tassello della nostra storia culturale, finalmente consegnato alla scena". (di Paolo Martini)

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