
L'antropologa Miriam Leonetti ipotizza che si tratti di una donna adulta, forse avvolta in un sudario al momento della sepoltura
Un nuovo ritrovamento archeologico riporta alla luce la storia millenaria di San Pietro in Bossolo, a Tavarnelle Val di Pesa (Firenze). Durante la sesta campagna di scavo, condotta dalla cooperativa Laboratori Archeologici San Gallo sotto la direzione di Chiara Marcotulli e con il sostegno del Comune di Barberino Tavarnelle, è stata scoperta una quarta sepoltura: lo scheletro, in posizione supina e privo di corredo, sembrerebbe appartenere a una donna adulta. Il ritrovamento conferma l’importanza scientifica del sito, utilizzato come area cimiteriale tra epoca antica e Medioevo, e rilancia il progetto di valorizzazione culturale del territorio.
La sepoltura rinvenuta fa affiorare dal passato un antenato, un avo del passato che sembra avere le caratteristiche di una donna adulta. E' '’antropologa Miriam Leonetti, dottoranda alla Sapienza di Roma, a fornire informazioni preliminari sulla sepoltura. "La nuova sepoltura, individuata durante l’ultima campagna di scavo, - spiega l'antropologa - è la quarta dall’inizio delle ricerche a San Pietro in Bossolo e presenta caratteristiche molto simili a quelle già emerse negli anni scorsi. La sepoltura è semplice: una fossa scavata nel terreno, in cui è stato deposto un solo individuo in posizione supina, con gli arti distesi. Da un’osservazione preliminare sul campo, sembrerebbe trattarsi di una donna adulta, ipotesi basata sull’analisi di alcuni tratti dello scheletro e dello stato di usura dei denti. Non sono stati trovati oggetti o elementi di corredo accanto al corpo, ma la posizione dello scheletro fa pensare che la persona potesse essere stata avvolta in un sudario al momento della sepoltura. Questa nuova scoperta conferma l’importanza del sito per la comprensione della storia locale. Lo studio in laboratorio e la prosecuzione delle indagini sul campo sono fondamentali per ricostruire l’organizzazione di questa area sepolcrale e dei riti funerari antichi, oltre che poter ricostruire lo stile di vita della popolazione antica di San Pietro in Bossolo".
A fare il punto sulla conclusione della sesta campagna di scavo è la direttrice Chiara Marcotulli. "Allo stato attuale delle indagini, molte delle ipotesi formulate negli anni scorsi si sono rafforzate. Prima di tutto, l'ampliamento verso sud ha consentito di mettere in luce altre strutture murarie non finite, a testimonianza dei tentativi, falliti, di costruire un castello presso la pieve fra XI e XIII secolo, come tramandato dalle fonti scritte. Inoltre il ritrovamento di un paio di frammenti marmorei fra cui una cornice, forse appartenente a un'iscrizione funeraria, negli strati di abbandono delle strutture più antiche, e di una quarta sepoltura, conferma di trovarsi alla presenza di un'area riutilizzata, fra l’epoca antica e quella medievale, come zona cimiteriale, anche se forse non in modo sistematico e intensivo. Un dato che per altro concorda con la notizia del rinvenimento fortuito, nel XVIII secolo, di un'altra iscrizione funeraria, perduta, datata al V secolo d.C. Si tratta di un sito molto importante dal punto di vista scientifico, perché dimostra di essere stato frequentato per un lungo arco di tempo e sta contribuendo, anche grazie a pubblicazioni e conferenze di settore, alle ricerche in corso, in Toscana, sui complessi secoli di passaggio fra l'età antica e quella pienamente medievale".
Nei prossimi mesi saranno elaborati i dati raccolti e affinate le datazioni dei reperti e delle sepolture, anche con analisi chimico-fisiche. "Considerato il grande successo delle visite allo scavo aperte al pubblico che hanno richiamato l’attenzione e destato l’interesse di numerose cittadine e cittadini, come negli anni passati - conclude il sindaco David Baroncelli – continueremo a percorrere questa strada ed investire sulla funzione culturale e sociale dell’archeologia pubblica, abbiamo in cantiere la progettazione di specifiche a puntuali attività di comunicazione ed esposizione al pubblico dei risultati di questi anni di ricerca, il desiderio per il futuro è quello di poter musealizzare quest’area e renderla parte centrale di quel patrimonio ricco di testimonianze e tracce del passato che arricchisce e valorizza la conoscenza e la memoria storica risalendo sino alle più remote radici del nostro meraviglioso territorio".