'Sorelle arti', a Fermo pittura, scultura, architettura dall'Accademia di San Luca

Fino al 1° febbraio 2026 la mostra a Palazzo dei Priori

'Sorelle arti', a Fermo pittura, scultura, architettura dall'Accademia di San Luca
29 settembre 2025 | 18.51
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Fino al 1° febbraio 2026 i Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra "Sorelle Arti. Pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca", a cura di Laura Bertolaccini, Carolina Brook ed Elisa Camboni.

La mostra ripercorre la storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, dalle sue origini nel 1593 fino ai primi decenni del Novecento, attraverso circa 80 opere emblematiche che raccontano oltre quattro secoli di storia dell’arte, restituendo la complessità e la ricchezza di un’istituzione che ha avuto un ruolo centrale nel definire il gusto, la formazione e il pensiero artistico in Italia e in Europa. Il percorso espositivo, concepito come un viaggio visivo attraverso le epoche, mette in dialogo capolavori di celebri artisti con opere meno note ma altrettanto significative, offrendo così uno sguardo ampio e articolato sull’evoluzione dell’Accademia e sul suo profondo legame con la città di Roma.

A emergere non è solo il valore artistico delle opere, ma anche l’impatto che l’istituzione ha avuto sulle generazioni di artisti che vi si sono formati o che vi hanno trovato un punto di riferimento ideale. In alcuni casi, soprattutto per gli stranieri, il riconoscimento ottenuto dall’Accademia ha rappresentato un prestigioso titolo al ritorno in patria, contribuendo così alla costruzione di un’identità culturale europea condivisa.

La mostra è promossa dal Comune di Fermo con il contributo della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca, partner Mus-e del Fermano e con il sostegno di Giano Shoes. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura e Turismo.

La mostra "Sorelle Arti" si articola in nove sezioni tematiche: la fondazione, la sede al Foro Romano, la collezione dei ritratti, la didattica, il Gabinetto riservato per lo studio del nudo, il Seicento e Settecento, l'internazionalità dell'Accademia, intorno a Canova, l'Ottocento e il Novecento.

Pittura, scultura, architettura saranno protagoniste. Tra le 80 opere nelle sale del Palazzo fermano si potranno ammirare, fra le altre: il Ritratto di Marianna Waldstein di Santa-Cruz (1802) di Andrea Appiani; Contadino (1902) di Giacomo Balla; Perseo e Andromeda (fine XVI sec.) di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino; Galatea (1624 c.) di Pietro da Cortona (copia da Raffaello); San Luca dipinge la Vergine (1623) di Antiveduto Gramatica (copia da Raffaello); due disegni di Filippo Juvarra del Progetto per un Regio Palazzo in Villa per il diporto di tre personaggi (1704-1705); la terracotta di Pierre Legros Le arti rendono omaggio a Clemente XI (1702); La cucitrice (1914) di Antonio Mancini; La Fortuna di Guido Reni (1637 c.); Le Ninfe incoronano la dea dell’abbondanza (1622 c.) di Peter Paul Rubens; Madonna con il Bambino che le porge un frutto di Giovanni Battista Salvi detto Il Sassoferrato (1660 c.).

Nella prima sezione, La fondazione, vengono esposte opere come la Galatea di Pietro da Cortona e il San Luca che dipinge la Vergine di Antiveduto Gramatica, che segnano il peso esercitato per secoli sull’istituzione dal mito di Raffaello. Nella seconda sezione, La sede al Foro Romano, troviamo le foto storiche della sede accademica di via Bonella, addossata alla chiesa dei Santi Luca e Martina, e della sua demolizione in epoca fascista. Nella terza sezione, La collezione dei ritratti accademici, mostra una selezione dei protagonisti che animarono la storia accademica nelle diverse epoche.

Nella quarta sezione, La didattica delle tre arti del Disegno, si presentano alcuni lavori vincitori dei concorsi del Settecento: Clementino, Balestra e del Nudo, delle tre arti sorelle. Nella quinta sezione, Il Gabinetto riservato per lo studio del nudo, si illustra la vicenda dei dodici dipinti di nudi femminili che reputati inadeguati alla esposizione nella Pinacoteca Capitolina (1836) furono ceduti all’Accademia per lo studio del corpo umano. Nella sesta sezione, L’Accademia fra Sei e Settecento, vengono esposte le opere che testimoniano la straordinaria pluralità stilistica presente all’interno dell’istituzione.

Nella settima sezione, L’internazionalità, si offre una selezione delle più significative presenze straniere a San Luca, che hanno reso l’Accademia il centro cosmopolita per eccellenza, nomi come Angelica Kauffmann, Anton Raphael Mengs, Peter Paul Rubens, Pierre Subleyras, Anton von Maron, Jean-Baptiste Wicar. Nell’ottava sezione, Intorno a Canova, si ricorda la funzione di grande rilancio operata dallo scultore veneto nel rimettere l’Accademia al centro del dibattito contemporaneo sulle arti promuovendo nuovi concorsi a sostegno dei giovani. Nella nona sezione, Otto e Novecento, si documentano le aperture verso le nuove correnti e del verismo, del simbolismo e del modernismo con autori come Giacomo Balla, Amedeo Bocchi, Tranquillo Cremona, Achille Funi, Camillo Innocenti, Antonio Mancini. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Maggioli con testi introduttivi di Francesco Cellini e Claudio Strinati e saggi di Laura Bertolaccini, Carolina Brook, Elisa Camboni, Fabrizio Carinci, Alessio Ciannarella e Peter M. Lukehart.

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