Wc d'oro di Cattelan vola all'asta, 'America' venduta per 12,1 mln dollari

La scultura-satira torna a provocare il mercato e riafferma la forza concettuale dell'artista padovano

Wc d'oro di Cattelan vola all'asta, 'America' venduta per 12,1 mln dollari
19 novembre 2025 | 12.04
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La toilette più celebre dell'arte contemporanea ha cambiato proprietario. "America" - un wc in oro 18 carati da oltre 100 chili realizzato da Maurizio Cattelan nel 2016 - è stata aggiudicata da Sotheby's a New York per 12,1 milioni di dollari, dopo un'unica offerta, scatenando l'entusiasmo - e la perplessità - del pubblico presente alla "The Now & Contemporary Evening Auction". Un risultato che riafferma, ancora una volta, la capacità dell'artista padovano di incendiare il mercato internazionale con opere che sfidano il concetto stesso di valore.

L'acquirente è stato un "famoso marchio americano", come annunciato da Cassandra Hatton, vicepresidente di scienze e storia naturale di Sotheby's, solitamente più abituata a trattare scheletri di dinosauri che sculture concettuali. Nei giorni precedenti alla vendita, la casa d'aste aveva anche confermato che sarebbe stato possibile pagare in criptovaluta, aggiungendo ulteriore pepe al dibattito sul rapporto tra valore materiale e valore simbolico delle opere d'arte contemporanea.

Il lotto è stato presentato con un'offerta iniziale di 10 milioni di dollari, cifra calcolata sulla base del solo valore dell'oro contenuto nell'opera, circa 2.440 once, per un controvalore di 9,9 milioni di dollari. Il wc ha raggiunto il prezzo finale di 12,1 milioni esclusivamente grazie ai diritti d’asta, fermandosi poco al di sopra del suo valore di mercato come metallo prezioso. Un gesto concettuale perfettamente coerente con il linguaggio di Cattelan: l'opera più ironica e più fisica dell'artista venduta al prezzo dell’oro, né un dollaro in più né uno in meno.

Il venditore è stato identificato in Steve Cohen, miliardario e proprietario dei New York Mets, che aveva acquistato "America" dalla Marian Goodman Gallery nel 2017. A differenza di molte opere di questo calibro, il lotto non disponeva né di una garanzia né di un'offerta irrevocabile, rendendo il risultato ancora più interessante sul piano speculativo.

La toilette battuta all'asta rappresenta l'unico esemplare superstite dell’edizione. L'altra versione completa fu infatti installata nel 2019 al Blenheim Palace, in Inghilterra, dove venne rubata in una spettacolare incursione notturna e non è mai stata ritrovata. L'opera messa in vendita da Cohen, dunque, assume un valore ancora più significativo come unica testimonianza fisica del progetto.

Prima della vendita, "America" è stata ricollocata - con grande coerenza concettuale - all'interno di un bagno del nuovo Breuer Building, la sede newyorkese di Sotheby’s. Un'eco del debutto del 2016 al Solomon R. Guggenheim Museum, quando oltre 100.000 visitatori ebbero la possibilità di usarla come una toilette perfettamente funzionante. Questa volta, tuttavia, l'accesso era solo visivo: niente esperienze immersive.

David Galperin, responsabile dell'arte contemporanea di Sotheby's, ha definito la scultura "una delle opere più iconiche e influenti di Cattelan", capace di incarnare i temi cardine della sua poetica: il valore, l'assurdità, la critica alle istituzioni. E infatti la vendita di "America" ripropone le domande fondamentali che attraversano il lavoro dell'artista: quanto vale davvero un'opera d'arte quando il suo materiale parla quanto - o più - della sua idea? Cosa accade quando il valore concettuale e quello commerciale collidono platealmente?

Se nel 2024 la celeberrima banana attaccata al muro, "The Comedian", aveva raggiunto 6,2 milioni di dollari, "America" non tocca il record assoluto di Cattelan all'asta: i 17,2 milioni raggiunti nel 2016 da "Him", la scultura raffigurante un Adolf Hitler inginocchiato.

Con questa nuova aggiudicazione, Maurizio Cattelan consolida la sua figura di provocatore intellettuale capace di mettere in cortocircuito ironia, critica sociale e mercato dell'arte. "America" rimane, oggi più che mai, un perfetto simbolo del nostro tempo: un oggetto quotidiano trasformato in icona pop, un bene-rifugio prezioso e al tempo stesso una satira spietata sul consumismo e sulle gerarchie del potere economico. (di Paolo Martini)

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