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Demolito dai bulldozer l'asilo finanziato dall'Italia a Gaza, ong denuncia: "Inaccettabile"

L'organizzazione 'Vento di Terra' che gestiva il Centro per l'Infanzia a Um al Nasser: "Non ci sono spiegazioni, è stato raso al suolo non bombardato". E sottolinea: "Il nostro governo chieda conto alle autorità israeliane di quanto accaduto". Poi assicura: "Nessun contatto tra lo staff e le milizie armate islamiste"

La terra dei bambini (Foto dal sito della ong 'Vento di terra')
La terra dei bambini (Foto dal sito della ong 'Vento di terra')
21 luglio 2014 | 13.58
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"Inaccettabile e incomprensibile. Non ci sono spiegazioni per un atto del genere: una scuola materna per 130 bambini dai tre ai sei anni, il centro donne per 70 madri, una mensa e uno sportello pediatrico. 'La terra dei bambini' era un punto di riferimento importante per la comunità locale beduina ed è stato demolito, raso al suolo con i bulldozer e non bombardato". Così all'Adnkronos Massimo Annibale Rossi, presidente di 'Vento di Terra', l'organizzazione non governativa che gestiva il Centro per l'Infanzia a Um al Nasser, nella Striscia di Gaza, distrutto dall'esercito israeliano.

"Il 17 luglio scorso la fanteria e i blindati israeliani hanno occupato il villaggio di Um Al Nasser, - continua Rossi - obbligando l'intera comunità a lasciare le case. Una lunga fila di civili, in prevalenza a piedi, si è diretta di notte verso il campo di Jabalia, dove si trovano circa 80mila profughi. Gli sfollati di Um Al Nasser, circa 5mila persone, sono ora ospitati principalmente nelle scuole dell'Unrwa: mancano medicinali, cibo, generi di prima necessità, acqua potabile ed energia elettrica".

"Le autorità israeliane erano perfettamente a conoscenza dell'esistenza del centro dal 2011, erano state informate delle attività che il centro svolgeva - sottolinea il presidente dell'Ong - il progetto dal costo di 300mila euro era stato finanziato dalla Cooperazione italiana, dalla Cei e dall'Ue ed era dal punto di vista architettonico un progetto di eccellenza: era una struttura bio climatica, con pannelli solari e una tecnica di costruzione particolare con sacchi di sabbia per attutire onde d'urto. Aveva anche un sistema particolare di ricliclo e di depurazione delle acque".

"Escludo nel modo più assoluto che potessero esserci presenze o attività militari di alcun tipo, non c'è mai stato alcun contatto tra lo staff e le milizie armate islamiste. Il centro era considerato un'oasi di pace a difesa dei diritti dell'infanzia e un punto di riferimento per il villaggio beduino - prosegue Massimo Annibale Rossi - ed il 16 gennaio scorso era stato visitato dalla presidente della Camera Laura Boldrini".

"Ci sono delle regole dettate dalla Convenzione di Ginevra , dei doveri dell'esercito occupante - afferma il presidente dell'Ong - e tenendo conto che la struttura era stata finanziata dalla Cooperazione italiana chiediamo al nostro governo di chiedere conto alle autorità israeliane della demolizione del Centro e si faccia carico anche della richiesta di un risarcimento. Speriamo che venga meno la logica del basso profilo - conclude - e venga invece a galla la logica dei diritti civili, in particolare dei diritti dei minori".

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