L'avvio ufficiale è previsto per il 10 novembre ma tra oggi e domani capi di Stato e di Governo o loro rappresentanti si radunano in Brasile. Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici attesi decine di migliaia di partecipanti da 170 Paesi
Sebbene l’avvio formale della Cop 30, la Conferenza annuale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, sia fissata al 10 novembre, tra oggi e domani i Capi di Stato e di Governo o loro rappresentanti (l’Italia invierà il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ) si radunano a Belém, in Brasile, per un vertice che darà il via ai lavori e fornire la spinta politica al negoziato.
Tra i leader europei presenti, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Keir Starmer e il principe William, insieme ad alti funzionari dell'Unione Europea e delle Nazioni Unite. Il presidente austriaco si è ritirato a causa del costo degli hotel. L'amministrazione Trump, secondo quanto comunicato dalla Casa Bianca, non intende inviare una delegazione di alto livello alla Cop30. Assente anche la maggior parte dei leader del G20, compresi quelli di Cina e India.
A Belém sono attesi decine di migliaia di partecipanti provenienti da 170 Paesi e sono circa cinquanta i capi di Stato e di governo che hanno accettato l'invito del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva, che ha definito l'appuntamento come la "Cop della Verità". Circa 10.000 agenti delle forze dell'ordine sono stati mobilitati, oltre a 7.500 soldati appositamente schierati, secondo Afp.
A dieci anni dall’Accordo di Parigi, alla Cop si misura la coerenza dei Paesi su impegni quali la riduzione delle emissioni, la capacità di adattamento agli impatti della crisi climatica e gli stanziamenti finanziari verso i paesi più fragili e vulnerabili. In questa trentesima Conferenza delle parti, dai leader è atteso il lancio formale di un nuovo fondo multimiliardario a protezione delle foreste tropicali, i polmoni verdi del pianeta: nel 2019, 140 Paesi si erano impegnati a fermare la deforestazione entro il 2030, ma secondo il Wwf solo nel 2024 sono andati persi quasi 7 milioni di ettari di foresta primaria.
Il vertice lancerà anche un appello congiunto all'azione per la gestione internazionale degli incendi boschivi e promuoverà l'iniziativa brasiliana sui combustibili sostenibili, la 'Belém 4x', che mira a quadruplicarne la produzione e l'utilizzo entro il 2035, promossa da Brasile, India, Italia e Giappone. È prevista anche una dichiarazione su fame, povertà e protezione del clima. Diversi paesi vogliono anche ampliare gli impegni per ridurre le emissioni di metano, un potente gas serra.
L'Unione Europea si presenta ora alla Cop30 con il suo nuovo impegno (il cosiddetto Ndc), discussioni avanzate sull'obiettivo del 2040 e un messaggio chiaro: l'Europa resta sulla buona strada e rispetta i suoi impegni climatici, sia a livello nazionale che globale. Dopo una lunga notte di trattative, all’alba del 5 novembre, l’Ue ha adottato un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% al 2040 e un conseguente impegno al 2035, che si attesta in una forchetta tra il 66,25 e il 72,5%. Questo chiarisce la posizione europea in vista della Cop30: nessun grande blocco di paesi emettitori ha obiettivi così ambiziosi per i prossimi 15 anni, al netto di una flessibilità richiesta da alcuni Stati membri.
L’Italia ha giocato un ruolo controverso nei negoziati, spingendo per un indebolimento dell’obiettivo che rischia di creare incertezza sulle politiche future, soprattutto per gli investimenti. Anche il compromesso sull’uso di crediti di carbonio internazionali fino al 5% rischia di ridurre la trasparenza delle politiche di transizione europee. Per Ecco, il think tank italiano per il clima che sarà presente alla Cop30 con una delegazione per seguire da vicino i negoziati, “una trasformazione giusta e competitiva dell’economia europea può avvenire solo con risorse adeguate e regole chiare, non con scorciatoie che la indeboliscono”.
Secondo un rapporto pubblicato oggi dalla coalizione di ong Climate Action Against Disinformation, la Cop30 dovrà fare i conti con un nuovo 'nemico', la disinformazione sul cambiamento climatico amplificata dall'intelligenza artificiale. Tra gli esempi più recenti, un video che mostra presunte inondazioni a Belém, proprio dove si svolgerà la Conferenza sul clima. Il Caad e l'Osservatorio per l'Integrità dell'Informazione (Oii) segnalano un'impennata del 267% nella disinformazione, registrato tra tra luglio e settembre, su argomenti relativi alla Cop.
Le due organizzazioni sottolineano che diversi video che circolano sui social media stanno fuorviando il pubblico con immagini inventate o non correlate alla Cop. Un video pubblicato a giugno su TikTok mostra Belém sott'acqua ma, sottolinea l'Oii, "il giornalista non esiste, le persone non esistono, l'alluvione non esiste e la città non esiste". Si tratta di immagini false. Mesi dopo, denunciano le due organizzazioni, TikTok non ha ancora rimosso il contenuto dalla sua piattaforma.
"Questo attivismo da parte dei negazionisti del cambiamento climatico, fortemente dipendente dall'intelligenza artificiale, si verifica nel contesto di un'opinione pubblica ampiamente favorevole alla tutela ambientale", osserva il Caad.