
Adesione al concordato con possibilità di accesso ai benefici premiali ISA, alla flat tax sui redditi incrementali e al ravvedimento speciale. I vantaggi per chi dirà sì al patto con il Fisco entro il 30 settembre
Concordato preventivo biennale, è tempo di scelte e soprattutto di valutare i vantaggi legati all’adesione.
La scadenza per il biennio 2025/2026 è fissata 30 settembre, data entro la quale le partite IVA dovranno scegliere se accettare o meno il piano messo a punto dall’Agenzia delle Entrate.
Chi aderirà allo strumento per il prossimo biennio potrà accedere ai benefici premiali ISA, ma non solo. Sui redditi incrementali si applicherà una tassazione flat e, non da ultimo, anche per il concordato relativo agli anni 2025 e 2026 è in campo il ravvedimento speciale.
Al contro di dover concordare in anticipo il proprio reddito, in un periodo economico complesso sia sul fronte interno che guardando allo scenario internazionale, il concordato preventivo biennale affianca una serie di vantaggi, a partire dai benefici premiali ISA.
Chi dirà sì al patto fiscale sarà automaticamente considerato tra le partite IVA più affidabili, con il beneficio dell’accesso alle agevolazioni previste ad oggi per professionisti e imprese con punteggio di affidabilità fiscale da 8 in sù.
Tra i principali, lo stop all’apposizione del visto di conformità per la compensazione dei crediti fiscali e, in particolare:
● per i crediti IVA fino a 70.000 euro;
● per i crediti relativi alle imposte dirette e all’IRAP fino a 50.000 euro;
● per il credito IVA infrannuale fino a 70.000 euro
Nessun visto o prestazione di garanzia inoltre per il rimborso dei crediti IVA, fino a 70.000 euro, ma anche vantaggi in materia di controlli.
Per le partite IVA che sceglieranno di aderire al concordato preventivo biennale si applica l’esclusione dagli accertamenti basati sulle presunzioni semplici, unitamente alla riduzione di un anno dei termini di decadenza per le attività di accertamento e all’esclusione dalla determinazione sintetica del reddito complessivo.
L’accesso ai benefici ISA, che semplificano la gestione di rimborsi, compensazioni e attività legate a possibili controlli del Fisco, si affianca al trattamento fiscale dei maggiori redditi concordati.
Sui redditi aggiuntivi, rispetto a quelli relativi al periodo d’imposta 2024, sarà possibile scegliere una tassazione ridotta, con l’applicazione di una flat tax graduata dal 10% al 15% sulla base del punteggio ISA.
In particolare, sarà possibile optare per la tassazione secondo le seguenti aliquote:
● flat tax del 10% in caso di punteggio ISA superiore a 8;
● flat tax del 12% in caso di punteggio tra 6 e 8;
● flat tax del 15% in caso di punteggio inferiore a 6.
In caso di superamento della soglia di 85.000 euro di reddito incrementale, verrà meno il beneficio della tassazione ridotta. Anche la quota aggiuntiva sarà tassata con l’aliquota IRPEF più elevata, pari al 43%, e con l’aliquota IRES del 24%.
Il concordato non offre solo una prospettiva di pianificazione futura, ma estende i suoi benefici alla regolarizzazione di pendenze passate a condizioni vantaggiose, grazie al ravvedimento speciale.
Chi accetterà l’accordo con il Fisco avrà la possibilità di sanare irregolarità dichiarative commesse tra il 2019 e il 2023, beneficiando di un costo estremamente agevolato. Sarà applicata una flat tax, con aliquote dal 10% al 15%, calcolata su un valore forfettario che dipende dal punteggio ISA dell'anno in questione.
Più precisamente, la base imponibile per l'imposta sostitutiva sui redditi e relative addizionali è determinata dalla differenza tra il reddito d'impresa o di lavoro autonomo già dichiarato per ciascun anno e lo stesso reddito incrementato secondo le seguenti percentuali, basate sul punteggio ISA:
● 5% per i soggetti con punteggio ISA pari a 10;
● 10% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 8 e inferiore a 10;
● 20% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 6 e inferiore a 8;
● 30% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 4 e inferiore a 6;
● 40% per i soggetti con punteggio ISA pari o superiore a 3 e inferiore a 4;
● 50% per i soggetti con punteggio ISA inferiore a 3.
L'obiettivo di questa misura è chiaro: permettere alle Partite IVA di far emergere redditi precedentemente non dichiarati, regolarizzando la propria posizione attraverso il versamento di una flat tax ridotta. Le aliquote di questa imposta sostitutiva sono le seguenti, in base al livello di affidabilità fiscale nel singolo periodo d'imposta:
● 10% se il punteggio ISA è pari o superiore a 8;
● 12% se il punteggio ISA è pari o superiore a 6 ma inferiore a 8;
● 15% se il punteggio ISA è inferiore a 6.
Per quanto riguarda l'IRAP, l'imposta sostitutiva è stabilita in un'unica misura del 3,9%. Un ulteriore vantaggio è previsto per gli anni 2020 e 2021, dove le percentuali di cui sopra sono ridotte del 30% per tenere conto dell'impatto della crisi legata al Covid-19.
È prevista una soglia minima di 1.000 euro per ogni anno oggetto di regolarizzazione tramite il ravvedimento speciale. Il versamento dell'imposta sostitutiva dovrà essere effettuato entro il 15 marzo 2026, potendo scegliere tra un'unica soluzione o un massimo di 24 rate.
Oltre al beneficio di una regolarizzazione a costi contenuti, la sanatoria comporta anche lo stop agli accertamenti sui redditi d'impresa o di lavoro autonomo relativi alle annualità interessate.