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Gender tax: che cos’è e come funziona

Gender tax: che cos’è e come funziona
19 gennaio 2024 | 14.16
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Con il termine gender tax viene definita la proposta di una tassazione differenziata per genere finalizzata ad incrementare l’occupazione femminile e migliorare la distribuzione del carico di cura nelle famiglie. Al centro di discussioni a più riprese da oltre 15 anni, questa “agevolazione fiscale” per le donne non è mai stata attuata

Che cos’è la gender tax? Una tassazione più bassa sul lavoro delle donne: è questa l’estrema sintesi del modello ideato da Andrea Ichino dell’European University Institute e Alberto Alesina della Harvard University.

La proposta nasce dalla necessità di incrementare l’occupazione femminile che, secondo gli ultimi dati ISTAT diffusi il 9 gennaio, è ferma al 52,9 per cento e distribuire in maniera più equa i carichi di cura all’interno delle famiglie.

Che cos’è la gender tax?

Nello studio “Gender Based Taxation and the Division of Family Chores” i due economisti ipotizzano una imposizione fiscale più alta per gli uomini in modo tale da rendere più favorevole il lavoro femminile.

“La tassazione basata sul genere (GBT) soddisfa il criterio ottimale di Ramsey tassando meno l’offerta di lavoro femminile più elastica”, si legge nell’abstract dello studio.

La teoria a cui si fa riferimento rimanda alla necessità di prevedere un’aliquota più alta per i beni meno elastici, come sono quelli di prima necessità, e più bassa per quelli più elastici, i beni di lusso. Nella prima categoria, in quest’ottica, rientra il lavoro dell’uomo, nella seconda quello della donna.

Sulla base di questo ragionamento, prende forma la proposta di una tassazione differenziata per genere finalizzata ad incrementare l’occupazione femminile e a distribuire in maniera più equa il peso del carico di cura.

Gender tax: la proposta di tassare il lavoro delle donne in maniera più favorevole

L’idea di una tassazione differenziata per genere nasce, infatti, dall’osservazione di alcune dinamiche tipiche all’interno delle famiglie tradizionali, composte da marito, moglie, figlie e figli.

La divisione dei ruoli “sbilanciata a causa dei ruoli di genere storicamente indotti” rallenta, arresta o, in alcuni casi, impedisce del tutto l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.

La gender tax, infatti, viene immaginata come uno dei possibili motori della rivoluzione da attuare fuori e dentro le mura domestiche negli equilibri degli impegni di uomini e donne: il Fisco diventa lo strumento per accorciare alcuni divari persistenti.

Lo studio di Alesina e Ichino disegna un modello possibile ma non definisce quale potrebbe o dovrebbe essere la portata dell’agevolazione, né le possibili modalità di attuazione.

D’altronde gli aspetti operativi devono essere definiti in relazione al contesto specifico di applicazione e la proposta, che per alcuni presenta una serie di criticità anche dal punto di vista costituzionale, in 15 anni non ha mai visto la luce pur restando, nei presupposti, sempre strettamente attuale e tornando periodicamente al centro dell’attenzione.

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