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Parità di genere, UE e Italia accelerano

Parità di genere
Parità di genere
06 novembre 2023 | 14.27
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Il Gender Equality Index dell'EIGE ha registrato il dato migliore degli ultimi 10 anni Il Gender Equality Index messo a punto dall'EIGE, l'Istituto Europeo per l'Uguaglianza di Genere, è uno degli indicatori utilizzati dalle istituzioni europee per misurare il livello raggiunto dai Paesi in merito alla parità di genere. Secondo le ultime rilevazioni dell'EIGE, l'indice sull'uguaglianza di genere ha registrato il valore più elevato da quando è stato istituito dieci anni fa, superando per la prima volta 70 punti, 70,2 per la precisione, con un incremento di 1,6 punti rispetto al 2022. Anche in Italia l'indice cresce, toccando quota 68,2 punti su 100.

Dunque, l'Unione Europea e l'Italia accelerano sulla parità di genere, un ambito particolarmente delicato, che sinora ha registrato miglioramenti sempre piuttosto risicati e con effetti minimi. Un dato che fa ben sperare, ma che va confermato anno dopo anno con opportune misure e interventi in direzione di un'effettiva parità di genere. Infatti, nel 2023 alcuni Paesi, ad esempio Francia e Finlandia, hanno registrato una diminuzione nella quota del Gender Equality Index. A livello europeo i miglioramenti più evidenti nella parità di genere si sono registrati all'interno dei consigli di amministrazione delle aziende piuttosto che nelle istituzioni nazionali. Se nel primo caso la quota di donne presenti nei board aziendali è cresciuta dal 12% del 2010 al 33% del 2023, nei parlamenti dei singoli Stati l'aumento nel periodo considerato è molto più contenuto: dal 25% al 33%.

I chiaroscuri della situazione italiana

Analizzando la situazione italiana si scopre che nel nostro Paese il Gender Equality Index ha registrato la crescita più elevata dal 2010 ad oggi, aumentando di quasi 15 punti e toccando, come detto sopra, quota 68,2, pur al di sotto della media UE (70,2). Dunque, in Italia sono stati fatti passi importanti in tema di uguaglianza di genere, ma molto vi è ancora da fare. Analizzando i singoli contesti, i miglioramenti più significativi sono stati raggiunti nel settore della salute con 89,2 punti, unico ambito che registra performance superiori alla media UE. In particolare, è cresciuta la parità di genere nella sezione relativa all'accesso alla sanità dove il punteggio raggiunge 98,6 su 100. In decisa salita anche i punteggi relativi alle attività assistenziali cresciute di 13 punti negli ultimi 3 anni. Positivo anche il dato della presenza femminile nelle commissioni parlamentari in materia di ambiente e cambiamenti climatici, dove rappresentano il 40% contro il 30% della media europea.

Al contrario, i settori che registrano indici più bassi sono il sapere/conoscenza con 60,8 su 100 e il lavoro con 65 punti su 100, pur in leggera crescita di 1,8 punti su base annua. In particolare, in quanto alle pari opportunità nel mondo del lavoro, il nostro Paese è all'ultimo posto tra gli Stati membri dell'UE, specie per gli indicatori “segregazione e qualità del lavoro” e “partecipazione delle donne”. Dati negativi specie nei settori dell'energia e dei trasporti dove le donne sono notevolmente sottorappresentate: nel 2022 erano solo il 26% della forza lavoro nel settore energetico e solo il 20% in quello dei trasporti. Parlando di formazione, nota dolente per quel che riguarda gli studi scientifici e tecnologici dove le donne, nel 2021, rappresentavano solo il 40% delle laureate.

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