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tentato omicidio

Torino, la ricina contro i rivali in amore

Quattro arresti tra esponenti di estrema destra. Le accuse sono tentato omicidio aggravato e continuato

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)
03 aprile 2019 | 08.01
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Avevano prodotto ricina, sostanza chimica letale per l'uomo, per punire i due rivali in amore, i quattro giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni che all'alba sono stati arrestati dai Ros dei carabinieri con l'accusa di produzione e detenzione di aggressivo chimico, tentato omicidio aggravato e continuato, tentata fabbricazione di arma da fuoco clandestina. Le indagini erano state avviate dalla procura nell'ottobre 2018 a seguito del tentato acquisto di una pistola modello 'Liberator' in polimeri realizzabile con una stampante 3D da parte di uno degli indagati.

Dagli accertamenti è emerso che i quattro intendevano utilizzare la ricina nei confronti di due giovani per vendicare il fatto che si erano fidanzati con ragazze di cui gli indagati si erano invaghiti. Inoltre, avevano pianificato la vendita online di ricina. Già lo scorso novembre, secondo l’accusa, avevano tentato di uccidere uno dei due giovani durante una festa di Casapound a Torino versando una dose di ricina all’interno di un bicchiere di vodka poi offerto all’ignara vittima ma la ricina a contatto con la vodka non si era completamente diluita e la vittima se l’era cavata con dolori allo stomaco e vomito. Infine, lo scorso dicembre, nel cuneese, all’interno del laboratorio clandestino realizzato nel garage dell’abitazione di uno degli indagati, erano stati sequestrati alcuni contenitori con sostanze liquide e solide riconducibili alla lavorazione dei semi di ricino e per questo il giovane era stato arrestato in flagranza per detenzione di ricina.

Dopo il fallito omicidio, il gruppo aveva messo a punto un nuovo piano che avrebbe dovuto coinvolgere un 11enne, parente di uno dei quattro arrestati, che però è stato sventato dall'intervento dei Ros. Tre delle persone arrestate questa mattina sono residenti a Torino, uno nel cuneese.

"Non c'è alcuna ragione politica, né alcuno scontro politico, ma motivazioni passionali nel tentativo di uccidere, somministrandogli ricina, il rivale in amore da parte dei quattro giovani", ha spiegato la pm Manuela Pedrotta, aggiungendo che non solo gli arrestati, ma anche la vittima, appartenevano allo stesso ambiente riconducibile all'estrema destra.

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