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Finale amaro

25 maggio 2019 | 07.13
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La campagna elettorale di Lega e Cinque Stelle per le europee si chiude all'insegna di frecciatine e attacchi a distanza tra i due vicepremier. Di Maio: "Noi maggioranza in Aula". Salvini: "Lega è forte"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Uno parla da Piacenza. L'altro da piazza Bocca della Verità, con le truppe grilline schierate in gran spolvero. La campagna elettorale di Lega e Cinque Stelle per le europee si chiude così come era iniziata: all'insegna del botta e risposta al vetriolo e di frecciatine lanciate a distanza. "L'unico alleato è il contratto di governo in cui ci sono i temi che voi avete votato - attacca Luigi Di Maio -. Non è che da lunedì dimentichiamo quel che ci siamo detti. Da lunedì la Lega, se vuole lavorare con più serenità, deve dismettere le posizioni da ultradestra".

"Adesso - avverte il leader grillino - di schiaffi non se ne prendono più e reagiremo ogni volta che qualcuno metterà in discussione i valori fondanti di questa Repubblica e del Movimento". Di Maio parla in una piazza non del tutto gremita, davanti a circa duemila persone. C'è Casaleggio, i ministri pentastellati ma manca all'appello Beppe Grillo che, per la prima volta non prende parte alla chiusura della campagna elettorale.

Replica a tono da Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, rilanciando alcuni dei temi cari alla Lega. "La tassazione al 15% sarebbe lo choc che ci riporta alla crescita degli anni '60. Poi se evadi le tasse al 15% - aggiunge - ti mando in galera e butto la chiave, perché sei un ladro, mentre se le tasse sono al 60% allora il ladro è lo Stato". E ancora: "Voglio un'Italia che vada in Europa a testa alta, a riprenderci quello che è nostro". Quindi avverte: il prossimo "commissario europeo italiano lo sceglie la Lega e va a occuparsi di lavoro".

Non si morde la lingua Salvini e ribatte a Di Maio che in mattinata aveva parlato di una campagna elettorale "condizionata dalla nuova Tangentopoli", dopo le ultime inchieste che hanno messo nei guai la Lega, come il caso Siri e il governatore Fontana. "Nessuno ha parlato di nuova Tangentopoli a Roma quando la Raggi fu indagata. I processi si fanno nei tribunali" spiega Salvini a 'CorriereLive'. E per tutto il giorno va rilanciando anche sulle grandi opere, come la Tav: "se vinciamo in Piemonte e se l'Europa ci da più soldi è chiaro che l'opera si fa". E ancora. In tv, da Barbara D'Urso, spiega: "Capisco che Di Maio sia nervoso, perché i sondaggi dicono che i 5 stelle hanno qualche problemino e la Lega è forte".

Per tutto il giorno i due vicepremier si sono punzecchiati a vicenda sui temi governativi. "Noi vogliamo andare avanti e anche fare argine a certe idee strampalate della Lega" come sul convegno di Verona o le armi o a proposte fuori contratto fatte in modo sleale. Io mi auguro che da lunedì i leghisti lavorino di più" attacca Di Maio a 'Otto e mezzo', dicendosi sicuro che "siamo sempre stati sfavoriti e abbiamo sempre sorpreso alle elezioni". E ancora: "il M5S ha il 36% del Parlamento italiano, abbiamo la maggioranza assoluta del Cdm e così rimarrà. Non ho intenzione di parlare di poltrone lunedì".

Secca la replica di Salvini che "stanco dei no" non usa giri di parole: "Faccio conto che da lunedì Di Maio la smetta di insultare, sta dicendo quello che sta dicendo perché è in campagna elettorale. C'è una manovra da fare. Che i toni tornino civili e costruttivi".

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