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Il rigore di Gianfranco Teotino, se n'è andato anche l'ultimo italiano, Fabio Capello

A casa anche il tecnico di Pieris, che prima con l'Inghilterra e poi con la Russia ha disputato sette partite mondiali e ne ha vinta soltanto una

Il rigore di Gianfranco Teotino, se n'è andato anche l'ultimo italiano, Fabio Capello
27 giugno 2014 | 16.09
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Se n'è andato anche l'ultimo italiano. Fabio Capello. Male. Con una sceneggiata finale. Immagini in mondovisione. Con il dito alzato, ha fatto, in termine tecnico, un lungo cazziatone all'arbitro che lo guardava allibito. La Russia è stata eliminata perché ha giocato male tutte e tre le partite (soltanto contro il Belgio aveva dato qualche segno di vita), perché non sa attaccare e perché il portiere è stato determinante in senso negativo.

L'arbitro di ieri, nella partita con l'Algeria, non ha sbagliato niente. Capello è il commissario tecnico più pagato del Mondiale: 7,8 milioni di euro lordi. Se non cambieranno idea dopo questo flop brasiliano, i russi glieli garantiranno anche per i prossimi 4 anni, fondamentali, visto che nel 2018 toccherà a loro ospitare il Mondiale. Non è uno scandalo. La carriera di Capello gli ha consentito di arrivare a queste cifre. Però, fra Inghilterra e Russia, ha disputato sette partite mondiali e ne ha vinta soltanto una.

Capello addio, dunque. Come già erano usciti al primo turno Prandelli e Zaccheroni. Tre allenatori italiani su tre. Giusto questo ci era rimasto: una eccellente scuola di allenatori. Tanti il calcio italiano ne ha esportati in questi anni. E con successo. Ma, con l'eccezione dell'ottimo e ormai internazionalizzato Ancelotti e di Lippi che ha scelto di capitalizzare in Cina la sua eccellente carriera, questa stagione è stata un disastro anche per le panchine tricolori. Detto dei tre ct, hanno perso il posto o sono andati male Trapattoni, Mancini, Spalletti, Ranieri, Di Canio, Ravanelli. Chiamatela pure la caduta dei ''capelli''. E' che la crisi del calcio italiano non risparmia nessuno. Bisogna ricominciare da zero.

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