Banche, arrivano i nuovi test 'geopolitici' della Bce: primo appuntamento 16 dicembre

La Bce richiede un “inverse stress test”: viene specificata soltanto l’entità della perdita di capitale nello scenario peggiore, e le banche devono dimostrare quale evento geopolitico potrebbe generare tale perdita

Banche, arrivano i nuovi test 'geopolitici' della Bce: primo appuntamento 16 dicembre
26 novembre 2025 | 16.10
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Pronti, via per le banche: si parte il 16 dicembre, con l'incontro di 'start', dove saranno spiegati criteri e peculiarità dei nuovi stress test della Bce sui rischi geopolitici. Parteciperanno diverse banche internazionali, e ovviamente diversi gruppi italiani, tra cui Intesa Sanpaolo e Unicredit ma anche Mps e Banco Bpm.

COSA SONO GLI STRESS TEST

Gli stress test coordinati dall'Eba e condotti dalla Bce servono a simulare scenari economici, finanziari e macro-prudenziali avversi per valutare la resilienza patrimoniale e di liquidità delle banche dell’area euro. I risultati 2025 indicano che, nel complesso, il sistema bancario europeo (incluse le principali banche italiane) presenta capitali e liquidità solidi e riesce a reggere anche scenari particolarmente severi.

DIFFERENZE

Diversamente dagli anni precedenti, non ci saranno scenari di crisi predefiniti. La Bce richiede un “inverse stress test”: viene specificata soltanto l’entità della perdita di capitale nello scenario peggiore, e le banche devono dimostrare quale evento geopolitico potrebbe generare tale perdita.

In pratica, sottolinea all'Adnkronos Maximilian Wienke, market analyst di eToro, "questo nuovo tipo di stress test mira a superare i limiti dei test tradizionali, che simulano scenari avversi predefiniti e statici". Con l’inverse stress test, "la Bce vuole capire non solo 'quanto potrebbe perdere una banca', ma soprattutto 'quali eventi reali potrebbero portarla a quella perdita', rendendo l’esercizio più realistico rispetto ai rischi attuali e futuri".

I RISCHI GEOPOLITICI

Ma non è l'unica novità. L’imminente stress test, dice all'Adnkronos Marta Degl'Innocenti, economista dell'Università Statale di Milano, "introdurrà nuovi elementi di pressione, come la minaccia, la realizzazione e l’escalation di eventi avversi legati a guerre, terrorismo e tensioni tra Stati o attori politici che compromettono il normale e pacifico svolgersi delle relazioni internazionali. Questi fattori potrebbero far emergere fragilità oggi meno evidenti".

L’obiettivo è far emergere quanto le banche siano vulnerabili agli shock geopolitici, come guerre commerciali, sanzioni o interruzioni delle catene di approvvigionamento globali. Allo stesso tempo, spiega l'esperto Wienke, valuta "se le banche dispongono di adeguati buffer di capitale e liquidità. I risultati potrebbero influenzare future esigenze di capitale oltre alla fiducia degli investitori".

È importante sottolineare, prosegue Wienke, che i risultati dello stress test non rappresentano un “voto finale” per le banche, ma un indicatore della loro resilienza. "La Bce - specifica l'analista tedesco- utilizzerà queste informazioni anche per eventuali raccomandazioni di capitale aggiuntivo o per affinare la supervisione prudenziale, così da rafforzare la stabilità del sistema bancario europeo nel complesso".

LE BANCHE ITALIANE 

Ma come sono messe le banche italiane? Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Eba e dalla Bce, le principali banche italiane hanno registrato miglioramenti significativi nella qualità degli attivi e nella capitalizzazione, posizionandosi meglio rispetto al passato.

Sebbene non sia possibile prevedere con certezza come tutte le banche italiane reagiranno ai prossimi scenari, spiega l'economista Degl'Innocenti, "è plausibile che quelle con bilanci solidi, buona diversificazione, qualità degli attivi e una governance efficace siano meglio attrezzate a mantenere la propria resilienza, purché continuino a gestire con prudenza le esposizioni più sensibili e a prepararsi a possibili shock inattesi".

Ma secondo Wienke, la "loro esposizione al ciclo economico domestico e alle imprese medio-piccole italiane resta un punto di attenzione in caso di shock geopolitici prolungati o gravi".

In sostanza, le principali istituzioni si trovano ora, quindi, in una posizione molto più solida rispetto a qualche anno fa e probabilmente si comporteranno bene nel test. Dispongono di solidi buffer di capitale e di esposizioni creditizie più pulite. "Al contempo - spiega Wienke - e questo non va sovrastimato: i rischi rimangono. Le banche più piccole, infatti, potrebbero risultare più vulnerabili, poiché sono più legate all’economia italiana e meno diversificate".

LE BANCHE TEDESCHE E FRANCESI

Per quanto riguarda le banche francesi e tedesche, che ovviamente parteciperanno allo stress test, per Wienke "hanno bilanci solidi e una maggiore diversificazione internazionale rispetto alle banche più piccole italiane, ma alcune esposizioni strategiche e settoriali potrebbero rappresentare punti di vulnerabilità nello scenario peggiore." (di Andrea Persili)

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