
Il professore di Finanza all'Adnkronos: "Ma dopo un certo punto, per crescere ulteriormente più rapidamente o ottenere step-change, acquisizioni o alleanze possono diventare utili"
Dopo un altro trimestre record, Unicredit guarda avanti puntando sulla crescita organica come via maestra per creare valore sostenibile. Il gruppo guidato da Andrea Orcel ha ribadito che eventuali acquisizioni saranno prese in considerazione solo se in grado di generare valore tangibile per gli azionisti. "Le priorità restano interne: espansione nei mercati dell’Europa centro-orientale, rafforzamento delle commissioni e sviluppo della bancassicurazione in Italia, sia nel ramo vita sia in quello danni", dice in un'intervista all'Adnkronos Michele Calcaterra, professore di Corporate Finance alla Bocconi.
I profitti di Unicredit dipendono ancora molto dai tassi d’interesse o l’attività sta diventando più diversificata?
"È chiaro che il margine di interesse continua ad essere un driver importante del profilo di redditività della banca (data la natura bancaria dell’attività: prestiti, depositi, margini). Tuttavia, la banca stessa segnala che lo scenario di tassi in calo rappresenta una sfida. Allo stesso tempo, Unicredit sta puntando a diversificare le fonti di ricavo: le commissioni e i risultati da assicurazione/investimenti sono citati come aree di crescita. Ad esempio, 1Q del 2025 le commissioni sono cresciute dell’8,2% su base annua. Nei materiali, Unicredit afferma che la “base ricavi” (margine di interesse + fees + dividendi) è cresciuta dell’1,3% anno su anno nel 2Q del 2025, evidenziando che c’è una componente che va oltre il solo margine d’interesse".
Nel terzo trimestre i ricavi da trading e commissioni sono andati bene, mentre quelli da interessi sono un po’ scesi. Quanto è sostenibile questo equilibrio se i tassi dovessero continuare a calare?
"Se i tassi di interesse dovessero continuare a calare, come già detto sopra, il margine d’interesse potrebbe subire ulteriori pressioni. Unicredit stessa prevede per il 2025 un margine di interesse in calo rispetto al 2024. Per contro, la banca punta a incrementare le commissioni e i ricavi da altre attività (assicurazione, gestione patrimoniale, wealth & asset management) per compensare. Ad esempio, è indicato che le commissioni (escluse effetti non ricorrenti) sono efficacemente in crescita. C’è un rischio reale: se i tassi scendono molto e la crescita delle commissioni non è sufficientemente forte, il modello potrebbe essere sotto pressione".
Unicredit riuscirà a chiudere il 2025 con oltre 10 miliardi di utile?
Unicredit ha aggiornato il target per il 2025 a circa 10,5 miliardi di utile netto. Quindi l’obiettivo “oltre 10 miliardi” è esplicitamente dichiarato dalla banca. Dato il buon avvio (utile di 6,1 miliardi nei primi sei mesi) e i margini di capitalizzazione, il target sembra raggiungibile"
L’obiettivo è ambizioso, ma il contesto economico è incerto. Quali sono i fattori più critici che potrebbero far mancare (o superare) il target?
Tra i Fattori che potrebbero far mancare il target: riduzione maggiore del margine d’interesse rispetto alle attese, se i tassi restano bassi o scendono più velocemente del previsto; aumento del costo del rischio se la qualità del credito peggiora, per esempio a causa di una recessione in Italia o in altri mercati Cee; pressioni regolamentari o normative che aumentino i costi o riducano l’efficienza (es. oneri bancari, norme su depositi/risorse, esiti geopolitici); problemi specifici legati alle partecipazioni strategiche (es. Commerzbank, Alpha Bank) che potrebbero assorbire capitali o generare costi non previsti.
E tra i fattori che potrebbero far superare il target?
"Maggiore crescita delle attività non-tasso (commissioni, wealth management, bancassurance) rispetto alle attese. Effetto positivo di operazioni strategiche, partecipazioni (es. Commerzbank, Alpha Bank) che generino utili o capital gain superiori al previsto. Efficienza operativa ancora migliore del previsto, con ulteriore riduzione dei costi e miglioramento del rapporto cost/income.
Andrea Orcel ha insistito sulla crescita “dall’interno” — cioè quella organica — quanto può continuare senza nuove acquisizioni?
"Unicredit ha chiarito che la priorità è la crescita organica e che eventuali acquisizioni verranno perseguite solo se generano valore per gli azionisti. Le aree interne di crescita includono: espansione nei mercati Cee, miglioramento delle commissioni, bancassicurazione in Italia (life & non-life). Il margine di crescita interna è realistamente significativo, ma non infinito: dopo un certo punto, per crescere ulteriormente più rapidamente o ottenere step-change, acquisizioni o alleanze possono diventare utili. La banca sembra voler spingere fortemente sull’efficienza, digitalizzazione, bancassurance e servizi a valore aggiunto, che sono categorie con potenziale di crescita organica non ancora saturate".
Negli ultimi anni Unicredit ha migliorato molto efficienza, ricavi e redditività. Dove c'è ancora margine di crescita interna?
"Ci sono alcune aree in cui vedo ancora margine di crescita interna per Unicredit: commissioni e servizi a valore aggiunto: aumento dell’asset management, wealth & asset services, bancassurance, advisory & financing fees; espansione nei mercati Cee; Unicredit ha una forte presenza in Europa Centrale e Orientale — volumi di credito, cross-border business, digital banking possono essere ulteriormente scalati; digitalizzazione e efficientamento operativo: riduzione costi, automatizzazione, chiusura filiali/ottimizzazione rete, miglioramento dei processi; sostenibilità/esg e prodotti specializzati: la banca cita una penetrazione crescente di prestiti green/Esg; può diventare leva di differenziazione; gestione del capitale e partecipazioni strategiche: trasformazione delle partecipazioni (Commerzbank, Alpha Bank) in fattori di crescita e capital gain". (di Andrea Persili)