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Giorgetti: "Non vogliamo uscire dall'euro"

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14 febbraio 2020 | 09.36
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"Noi non vogliamo uscire. Ma non siamo più i soli a dire che molto deve cambiare. Per due ragioni: i trattati sono stati scritti in un’altra era geologica; l’epoca Merkel si avvia a conclusione. Così non si regge. Come si fa a competere con i colossi cinesi con le nostre attuali regole sugli aiuti di Stato? Come si fa ad avere un target del 2% di inflazione che oggi non si ottiene più neanche pompando moneta?". In un'intervista al 'Corriere della Sera' Giancarlo Giorgetti spiega qual è la posizione della Lega sull'euro e sull'Europa. E all'osservazione che nel team dell’economia della Lega ci sono ancora Borghi e Bagnai, replica netto: "Io sono il responsabile degli Esteri della Lega. E se dico che non usciamo, non usciamo. Punto".

Quanto all'immigrazione, rivendica che "la politica di fermezza ha avuto risultati. Se ora l’Europa comincia ad accettare l’idea che l’Italia non può essere lasciata da sola, è grazie a Salvini. Se il ministro Lamorgese può andare a trattare in Europa è perché Salvini ha fatto il matto. Se la lezione è stata capita, si può e si deve collaborare".

Poi, alla domanda se in Europa la Lega entrerebbe in un gruppo con i conservatori, dove c’è già Giorgia Meloni, Giorgetti risponde: "Per me si può fare anche domani. I tedeschi li conoscevamo poco, e nessun matrimonio è indissolubile. Ma non è questo il punto. Il punto è che farà la Cdu-Csu. Andrà a sinistra, verso verdi e socialisti? O si alleerà con i liberali? Da questo dipenderà la politica europea del Partito popolare. E noi dobbiamo essere 'potabili' quando arriverà il momento. Per questo voglio che l’Europa ci conosca per quello che siamo e non per le etichette che ci affibbiano. Un partito di governo da vent’anni, non una banda di fascisti come stancamente e stupidamente ripete la sinistra".

Tornando all'Italia, e all'elezione del capo dello Stato nel 2022, alla domanda se "Draghi presidente gioverebbe alla proiezione internazionale dell’Italia", l'esponente leghista osserva: "Quello che so è che Draghi è il personaggio italiano che in giro per il mondo potrebbe parlare con qualsiasi interlocutore al suo stesso livello. Se dovesse ritirarsi al mare o in montagna sarebbe una perdita per l’Italia".

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