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Bruno Ranellucci: “Con la nuova normativa la formazione diventa obbligatoria anche per i datori di lavoro”

Bruno Ranellucci
Bruno Ranellucci
01 ottobre 2025 | 10.03
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Nichelino (TO) 1/10/2025.«Era l’ora che finalmente si facesse questo passo: la legge sulla sicurezza esiste da 17 anni, ma solo con l’obbligo di formazione anche per i datori di lavoro acquista tutto il suo senso. È così che si sensibilizza davvero l’imprenditore, perché il messaggio parte dall’alto e diventa esempio per tutti». Come sua consuetudine Bruno Ranellucci, fondatore di Tutor Consulting, non usa giri di parole per commentare l’aggiornamento del Decreto 81/08, che estende agli imprenditori un obbligo finora riservato ai lavoratori, ai dirigenti e ai preposti.

Secondo Ranellucci, questa novità può contribuire a cambiare lo scenario, ma la strada è ancora lunga. «Di sicurezza si parla tanto, ci si fanno trasmissioni, si scrivono libri, eppure gli incidenti continuano a succedere. Questa nuova legge può aiutare a creare un po’ più di cultura, perché se anche chi guida l’azienda si forma il messaggio diventa più forte. Ma non basta: serve continuità e serve che tutti ci credano davvero».

L’aggiornamento introduce anche modifiche concrete ai percorsi formativi: in alcuni casi le ore aumentano, in altri vengono introdotti nuovi moduli obbligatori. Ma ciò che conta di più, sottolinea Ranellucci, è il principio: «Non basta pretendere che i dipendenti conoscano le regole. Il datore di lavoro deve essere il primo a dimostrare di averle comprese, perché solo così la sicurezza diventa parte integrante della vita aziendale».

Un approccio che, nelle parole del fondatore di Tutor Consulting, ha anche un forte valore educativo: «Chi fa lo stesso mestiere da anni rischia di cadere nell’abitudine e sottovalutare i pericoli. La formazione obbligatoria serve proprio a rimettere l’attenzione al centro, a ricordare che la sicurezza non è mai scontata».

Certo, per molte imprese questo aggiornamento significa organizzare corsi, trovare tempo e risorse. Ranellucci però invita a guardare oltre: «Capisco le preoccupazioni degli imprenditori, ma si tratta di un investimento. Prevenire incidenti e fermate produttive conviene sempre, anche sul piano economico».

Perché la norma funzioni davvero, secondo Ranellucci, occorre però accompagnarla a strumenti di sostegno: «Servirebbero incentivi, premialità, magari bollini di qualità per chi investe seriamente sulla sicurezza. Non solo multe per chi non si adegua, ma anche riconoscimenti per chi lavora bene. È così che si cambia la cultura del lavoro».

L’obbligo di formazione per i datori di lavoro, sottolinea Ranellucci, non è certo la soluzione a tutti i problemi, ma rappresenta un passo che modifica in modo chiaro la direzione intrapresa. «È un segnale importante, che rafforza la cultura della sicurezza e richiama chi guida l’impresa a una responsabilità diretta. Ma il percorso non finisce qui: serve anche rafforzare la responsabilità del committente, perché spesso chi affida i lavori impone prezzi così bassi da spingere le aziende a tagliare anche sulla sicurezza».

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