
Gli Usa colpiscono i siti nucleari di Fordow, Natanz e Isfahan. Il presidente: "Pace o attacchiamo ancora". Pioggia di missili iraniani su Israele
Gli Stati Uniti attaccano l'Iran e colpiscono i 3 principali siti nucleari del paese. Il presidente Donald Trump, nella notte italiana, annuncia l'esito positivo dell'operazione: "I siti di Fordow, Natanz e Isfahan sono stati completamente distrutti". L'attacco, compiuto con bombardieri B-2 e con il lancio di missili Tomahawk, segna l'ingresso degli Stati Uniti nella guerra contro l'Iran, al fianco di Israele. Per Trump, si tratta del raid che deve porre fine al conflitto: "L'Iran deve fare la pace. Eventuali rappresaglie porteranno a nostri attacchi ancora più massicci".
La reazione ufficiale dell'Iran arriva con le parole del ministro degli Esteri, Abbas Araghchi. "In conformità con la Carta delle Nazioni Unite e le sue disposizioni che consentono una legittima difesa, l'Iran si riserva tutte le opzioni per difendere la propria sovranità, i propri interessi e il proprio popolo", le parole del ministro. "Gli eventi di questa mattina sono vergognosi e avranno conseguenze eterne. Ogni singolo membro delle Nazioni Unite deve essere allarmato da questo comportamento estremamente pericoloso, illegale e criminale", aggiunge.
Poco dopo, la posizione ufficiale di Teheran viene ribadita da una nota del ministero degli Esteri. Si accusano gli Stati Uniti di aver lanciato "una guerra pericolosa contro l'Iran". Gli attacchi - continua Teheran - costituiscono una violazione della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale e il governo degli Stati Uniti "si assume la piena responsabilità delle gravi conseguenze e delle terribili ripercussioni di questo crimine efferato".
E' "legittimo diritto dell'Iran resistere pienamente e risolutamente all'aggressione militare statunitense e ai crimini commessi da questo regime canaglia e difendere la sicurezza e gli interessi nazionali dell'Iran con tutti i mezzi necessari", continua, esortando poi l'ONU e i suoi vari organismi, tra cui l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), l'organismo di controllo nucleare, ad "affrontare urgentemente questo flagrante e criminale atto di illegalità".
Nelle prime ore di domenica 22 giugno, l'Iran reagisce con un'ondata di 25-30 missili contro Israele. Suonano allarmi a Tel Aviv, vengono registrate esplosioni a Gerusalemme. Alla fine, i feriti sono almeno 86.