Hamas: "Scambiate liste di ostaggi e prigionieri con Israele, c’è ottimismo"

Witkoff e Kushner in Egitto per colloqui su Gaza. Al-Sisi: "Segnali molto incoraggianti dai mediatori, aspetto Trump per eventuale firma". Fonti palestinesi: "Colloqui vanno bene, verso accordo di una prima fase in un giorno o due"

Tank israeliani - (Afp)
Tank israeliani - (Afp)
08 ottobre 2025 | 09.32
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Scambio di liste di ostaggi e prigionieri tra Hamas e Israele. Queste le ultime notizie che arrivano oggi mercoledì 8 ottobre sui negoziati che si svolgono in Egitto. "Liste di prigionieri per i quali viene richiesto lo scambio, basate su criteri e numeri concordati, sono state scambiate" tra le parti, ha affermato l'esponente di Hamas Taher Nunu.

Secondo quanto reso noto da Nunu - scrive il Times of Israel - i colloqui sono incentrati sui meccanismi per mettere fine alla guerra e per il ritiro delle forze israeliane: "I mediatori stanno facendo grandi sforzi per rimuovere ogni ostacolo all'attuazione di un cessate il fuoco e c'è uno spirito di ottimismo in tutti".

Oggi a Sharm el Sheick c'era l'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero e consigliere per il Medio Oriente, Jared Kushner per partecipare ai colloqui. Witkoff e Kushner sono stati gli ideatori del piano in 20 punti di Trump, che prevede, tra le altre condizioni, un ritiro graduale di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti entro 72 ore dall'inizio di una tregua.

Prima di partire i due hanno incontrato il presidente Donald Trump il quale ieri ha dichiarato che esiste una "reale possibilità" di un accordo di pace a Gaza. "C'è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale parlando insieme al primo ministro canadese Mark Carney.

"C'è vero ottimismo, siamo più vicini che mai a un accordo. Ma l'esperienza impone cautela" ha detto un funzionario israeliano di alto grado, citato dal sito di notizie Ynet.

Il veto di Israele

Israele ha posto il veto sul rilascio di Marwan Barghouti e Ahmad Saadat dalle carceri israeliane nell'ambito dei negoziati indiretti con Hamas su quali palestinesi sarebbero stati rilasciati in cambio della liberazione degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza. Lo hanno dichiarato fonti israeliane citate dal sito di Yediot Ahronot.

Fonti palestinesi: "Colloqui vanno bene, verso accordo prima fase in un giorno o due"

Procedono, intanto, in modo positivo i negoziati indiretti tra Israele e Hamas in Egitto e si va verso un accordo su alcuni punti entro un giorno o due. E' quanto ha affermato una fonte palestinese informata sugli sviluppi in dichiarazioni al Times of Israel. Secondo la fonte, i colloqui sarebbero incentrati sul rilascio degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza in cambio della scarcerazione di detenuti palestinesi e anche su un ritiro parziale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza. La questione del disarmo di Hamas e dell'amministrazione di Gaza nel dopoguerra dovranno, stando alla fonte, essere affrontare in altri round di colloqui.

Fidan: "Cessate il fuoco stasera se si raggiunge un accordo"

"Se si dovesse raggiungere un accordo oggi, verrà annunciato il cessate il fuoco" nella Striscia di Gaza, ha detto il ministro degli Esteri turco Hakan Fidan. "Le parti hanno dimostrato grande volontà per il rilascio dei prigionieri e degli ostaggi", ha aggiunto spiegando che i colloqui si stanno concentrando su quattro priorità e "finora sono stati ottenuti molti progressi". Le priorità a cui Fidan ha fatto riferimento sono il rilascio degli ostaggi israeliani e dei prigionieri palestinesi, le linee di ritiro delle Idf da Gaza, gli aiuti umanitari e le condizioni di un potenziale cessate il fuoco.

 

Media: "Hamas chiede i corpi di Yahya e Muhammad Sinwar"

Hamas, secondo il Wall Street Journal che cita mediatori arabi, avrebbe chiesto la restituzione dei corpi di Yahya Sinwar, l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre, e di suo fratello Muhammad, anch'egli eliminato dopo aver assunto il ruolo di leader dell'organizzazione nella Striscia di Gaza.

Secondo quanto ha detto il principale negoziatore del gruppo islamista, Khalil El-Hayya, Hamas "vuole garanzie dal presidente Donald Trump e dai Paesi sponsor che la guerra finirà una volta per tutte". "Non ci fidiamo dell'occupazione, nemmeno per un secondo", ha dichiarato al media egiziano Al-Qahera News, riferendosi a Israele. "L'occupazione israeliana nel corso della storia non mantiene le sue promesse, e lo abbiamo sperimentato due volte in questa guerra. Pertanto, vogliamo garanzie reali", ha continuato, accusando Israele di aver violato due cessate il fuoco nella guerra in corso.

Al-Sisi: "Segnali molto incoraggianti dai mediatori, aspetto Trump per eventuale firma"

Il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi ha reso noto di aver ricevuto messaggi "molto incoraggianti" dai mediatori sui negoziati in corso per arrivare a un accordo tra Israele e Hamas. "Ieri le delegazioni di Qatar, Egitto e gli inviati del presidente Trump sono arrivati a Sharm el Sheikh e i messaggi che ho ricevuto da loro sono molto incoraggianti", ha dichiarato nel corso di un evento al Cairo. Al-Sisi ha sottolineato "lo sforzo instancabile" dell'Egitto per mettere fine alla guerra e ha espresso ripetutamente il suo apprezzamento per gli sforzi di Trump.

"Un cessate il fuoco, il ritorno dei prigionieri e dei detenuti, la ricostruzione di Gaza e l'avvio di un processo politico pacifico che porti alla creazione e al riconoscimento dello Stato palestinese significano che siamo sulla strada giusta verso una pace e una stabilità durature", ha detto, invitando poi il presidente americano in Egitto per firmare di persona un accordo su Gaza, se tale accordo verrà raggiunto.

Erdogan: "Hamas ha chiaramente dimostrato il suo impegno per la pace"

Hamas ha "chiaramente dimostrato il suo impegno per la pace rispondendo in modo molto positivo al piano di pace di Trump", ha detto dal canto suo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan in un discorso ai membri del partito AK ad Ankara. "I colloqui di Sharm el Sheikh sono di fondamentale importanza", ha aggiunto. "Speriamo di ricevere buone notizie".

Erdogan, sostenitore di Hamas e principale oppositore di Israele sulla scena mondiale, ha criticato implicitamente il piano del presidente Trump, accusandolo di essere troppo sbilanciato a favore di Israele: "La pace non è un uccello con una sola ala - ha dichiarato - Non è né giusto, né corretto, né realistico addossare l'intero onere della pace a Hamas e ai palestinesi. Un cessate il fuoco e una pace giusta sono le scelte più ragionevoli". Gli attacchi israeliani, ha aggiunto, sono "il più grande ostacolo che attualmente si frappone al cammino verso la pace".

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