Cremlino: "Nuova strategia Usa in linea con la visione di Mosca"

Peskov: "Russia non più definita minaccia diretta, passo positivo"

Donald Trump e Vladimir Putin (Afp)
Donald Trump e Vladimir Putin (Afp)
07 dicembre 2025 | 08.50
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"I cambiamenti che stiamo vedendo, direi, sono in gran parte in linea con la nostra visione". Lo ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, in un'intervista a Rossiya tv in cui è tornato a parlare della nuova Strategia di Donald Trump per la sicurezza nazionale Usa. E, ha aggiunto, "forse possiamo sperare questa possa essere una garanzia modesta del fatto che saremo in grado di continuare in modo costruttivo il lavoro comune per trovare una soluzione pacifica in Ucraina".

Mosca parla di "passo positivo" con la nuova Strategia per la sicurezza nazionale americana (al centro di un acceso confronto con l'Europa per le critiche all'Ue), affermando che abbandona l'"approccio" delle precedenti Amministrazioni e la descrizione della Russia come "minaccia diretta". "Lo consideriamo un passo positivo", ha affermato Peskov, in dichiarazioni all'agenzia russa Tass. Il Cremlino, ha aggiunto, sta studiando il documento e, ha sostenuto, "nel complesso i messaggi (sulle relazioni Usa-Russia) sono certamente in contrasto con gli approcci delle precedenti Amministrazioni" Usa.

Per Mosca tuttavia sono necessari "cambiamenti radicali" al piano di pace, prima che questo sia accettabile per la Russia, ha spiegato Yuri Ushakov, consigliere di Vladimir Putin per la politica estera, citato dai media russi. Gli Stati Uniti - ha affermato, secondo quanto riporta SkyNews - dovranno "apportare modifiche serie, direi radicali, ai loro documenti" sull'Ucraina. Commenti che seguono quelli di Keith Kellogg, inviato speciale degli Stati Uniti per l'Ucraina, secondo il quale un accordo per porre fine alla guerra è "davvero vicino".

Le reazioni

"In questi giorni è stato pubblicato il documento 2025 U.S. National Security Strategy. Nelle pagine del documento la partnership con l’Europa viene smontata: la cooperazione con l’Unione viene infatti collocata ai margini e definita problematica - scrive su X la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno - Il testo parla di perdita di competitività e di un eccesso di regolazione che renderebbero l’Ue un attore incapace di incidere sugli equilibri globali. È la conferma che Washington non considera più automatica la difesa del continente e mette in discussione un ordine strategico che, per decenni, avevamo dato per scontato. A rendere il quadro ancora più netto è arrivata la reazione di Mosca: il Cremlino ha lodato la nuova strategia americana e, rispetto alle critiche del presidente Usa all’Europa e al rischio di una 'cancellazione della civiltà', ha precisato che queste posizioni sono 'coerenti' con la visione della Russia e possono garantire un 'lavoro costruttivo' con gli Stati Uniti sulla soluzione ucraina. Il messaggio è inequivocabile. Nel momento in cui Washington ridisegna le sue priorità, le autocrazie si preparano a riempire lo spazio lasciato libero da un’Europa incerta e divisa".

Picierno sottolinea che "se l’obiettivo è garantire stabilità, democrazia e sicurezza, difendere lo Stato sociale e tutelare i cittadini europei, l’unica strada politica credibile è lavorare seriamente per una indipendenza strategica reale dagli Stati Uniti: un rapporto tra pari e non una delega perpetua".

Per Angelo Bonelli, deputato AVS e co-portavoce di Europa Verde, "la dichiarazione del portavoce del Cremlino, Peskov, è la prova provata che Trump e Putin vogliono politicamente demolire l’Europa. L’asse Trump-Putin mira a cancellare l’Europa non militarmente, ma attaccando le sue regole democratiche a difesa dei diritti e dell’ambiente: dalla transizione ecologica al Digital Services Act, che contrasta la diffusione di menzogne sulle piattaforme social. Trump è il primo promotore mondiale del GNL, mentre Putin dispone di 47 mila miliardi di metri cubi di gas, una quantità che potrebbe soddisfare il fabbisogno europeo per oltre 100 anni. Questo è il motivo per cui entrambi hanno sabotato le politiche sul clima: lo fanno in nome del profitto e dei business generati da petrolio e gas, che alimentano guerre e non solo. La destra globale, compresa quella di Giorgia Meloni, è complice di questa strategia che vuole disgregare l’Europa per trasformare i Paesi membri in satelliti di Putin, come Orbán o di Trump, come nel caso di Meloni”.

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