
Come stanno centrodestra e centrosinistra dopo le prime due tappe, Marche e Calabria, della lunga maratona delle elezioni regionali? I risultati dicono: meglio il centrodestra. Le vittorie nette di Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto vanno oltre la conquista del nuovo mandato, perché hanno allargato rispetto alle attese la forbice con lo schieramento avversario. Il tema, all’interno della coalizione che sostiene il governo, resta sempre l’equilibrio da tenere tra le diverse forze che la compongono. Soprattutto tra Lega e Forza Italia non mancano le occasioni di scontro, come dimostrano le accuse del leader Matteo Salvini sul voto a Bruxelles che ha confermato l’immunità alla europarlamentare di Avs Ilaria Salis e le diverse posizioni sui dossier internazionali, Russia-Ucraina e Israele-Gaza. Sull’altro fronte, quello del centrosinistra, i risultati acuiscono i problemi legati a un’alleanza, in particolare quella tra Pd e M5S, che mostra di non convincere gli elettori, almeno quelli che sono andati al voto nelle Marche e in Calabria. L’ultimo sondaggio disponibile, SWG per La7, fotografa la situazione. Cresce ancora l’orientamento al voto per Fratelli d’Italia, il partito della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sale dello 0,3% fino al 30,8%. Ancora testa a testa tra Lega e Forza Italia: 8,8% il Carroccio e 8% gli Azzurri. Arretrano sia Partito Democratico sia Movimento 5 Stelle, rispettivamente al 21,9% e al 13,6%. Alleanza Verdi e Sinistra cresce dello 0,3% fino al 6,8%. Restano fermi, e su percentuali basse, sia Azione dell’ex ministro Carlo Calenda, al 3%, sia Italia Viva dell’ex primo ministro Matteo Renzi, al 2,2%. A seguire +Europa, in calo dello 0,1% al 1,8%. Proprio guardando a quest’area, assume particolare importanza il dibattito sulla legge elettorale. Se dovesse restare quella attuale, dovrebbero collocarsi all’interno dei due schieramenti principali: IV e +Europa nel centrosinistra, con la posizione di Azione al momento difficilmente decifrabile. Sicuramente, per puntare ad essere alternativa reale, l’intero fronte che si oppone al centrodestra dovrebbe andare al voto unito. In questo scenario, con l’attuale legge elettorale, il Rosatellum, la maggioranza rischierebbe di ottenere numeri troppo stretti. Da qui l’ipotesi che il centrodestra possa spingere per arrivare a una nuova legge elettorale. In particolare, la nuova legge elettorale propenderebbe verso un sistema proporzionale con premio di maggioranza per la coalizione che superi il 40% dei voti, con l’indicazione del candidato premier sulla scheda. Una formula che potrebbe rappresentare una base per trovare un accordo con il maggiore partito dell’opposizione, il Pd. I tempi per l’arrivo di una legge elettorale in Parlamento continuano intanto a dilatarsi: visto il calendario, potrebbe approdare a Montecitorio solo dopo le festività natalizie.