Lo stilista bolognese esplora l’universo del 'gotico mediterraneo' in una delle location più fumose di Milano, l’Euro Jolly
di Federica Mochi
La location è la sala da biliardo più fumosa e dark di tutta Milano: l’Euro Jolly, dall’atmosfera retro e le locandine di film d’epoca attaccate alle pareti. In un posto così non c’è spazio per altro se non sognare di entrare nel mondo di Fellini, del primo Almodovar, della movida isterica post franchista di reazione al regime. Ma anche di ravers e yuppies. Gli stessi personaggi tratteggiati da Luca Magliano, talentuoso e giovanissimo designer bolognese che per la sua terza prova sul palcoscenico meneghino sceglie atmosfere oniriche dal gusto gotico-mediterraneo, come ama definirle lui stesso.
"Il tema della collezione è una fantasy mediterraneo con picchi di gotico" spiega lo stilista 33enne prima della sfilata. Una collezione dedicata al guardaroba maschile, ma pronta ad essere saccheggiata anche da lei e che in passerella si traduce in "una ricerca sugli anni ’90, sulla fluidità dei materiali ma soprattutto in una serie di ‘segreti’ contenuti nelle fodere - sottolinea lo stilista -. Come le ricerche documentaristiche di Fellini, i clown bianco e nero, le giacche essenziali di gusto minimale, realizzate in cady di poliestere, materiale di solito femminile ma che in questo caso consente fluidità e caduta di peso degli abiti".
Non mancano contaminazioni e trip onirici come vestiti strappati, necropoli megalitiche, ravers cyborg. Moira Orfei e Celentano. Basquiat e il barman fidato. Tra i pezzi più interessanti meritano una nota la tuta nera in pelle di ispirazione workwear, il golf in mohair, la giacca destroyed e riassemblata da cuciture sulla schiena. E ancora l’abito tre pezzi destrutturato e le embroidery delle giacche, con taschine pensate per lo yuppie che non rinuncia a portarsi dietro gli indispensabili: medicine e profilattici. Insuali anche gli accessori: guanti in pelle portati al collo e tenuti insieme da un lunghissimo spago.
