Emporio Armani, lacrime e applausi per la prima sfilata senza Re Giorgio

Standing ovation allo show all'Armani Teatro di Milano. Le modelle escono in passerella battendo le mani e il pubblico gli tributa una standing ovation

La parata finale delle modelle al termine dello show di Emporio Armani
La parata finale delle modelle al termine dello show di Emporio Armani
25 settembre 2025 | 22.27
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Il silenzio è irreale. Nell’Armani Teatro di Milano, lo stesso luogo dove poche settimane fa era stata allestita la camera ardente di Giorgio Armani, le tende beige sovrastano il seating, mentre gli ospiti attendono in un silenzio carico di emozione. È la prima sfilata di Emporio Armani dopo la scomparsa dello stilista, avvenuta il 4 settembre scorso, e l’aria è densa di commozione e rispetto. Infaticabile, lo stesso Armani ha curato la collezione fino all'ultimo e nei minimi dettagli. Sporty chic, fluida, leggera: nasce dal desiderio di catturare l’impulso e il sentimento mutevole che accompagna il ritorno in città dopo un viaggio. In quel breve momento, prima che i ricordi scoloriscano, il quotidiano si tinge di forme e motivi che arrivano da lontano.

Eppure questo ‘ritorno’, è anche un ritorno a casa: nelle forme allungate e nei colori neutri, nel dialogo mai interrotto tra maschile e femminile, in quel mix inconfondibile che ha reso il nome Armani sinonimo di eleganza internazionale. Ikat, pantaloni ampi che si stringono al fondo, chiusure a kimono e obi, cuffie di rafia crochet, sacche nomadi, sandali piatti dalle punte pronunciate: suggestioni multiculturali che subito si fondono in un guardaroba cittadino fatto di giacche, spolverini, parka-pigiama, tute e gonne corte. La silhouette è fluida e dinamica ma sempre composta, mossa da variazioni cromatiche che attraversano il beige e il nero, passando per tonalità fredde, neutre e tocchi di grigio minerale. Il gilet diventa capo simbolo, declinato in numerose varianti, mentre i codici classici dell’abbigliamento vengono costantemente rimescolati, fino ad arrivare a una sera impalpabile, fatta di leggerissimo nylon. Un’idea del vestire spontanea, eppure precisa, che sembra parlare direttamente al presente.

Il finale è un colpo al cuore: ogni modella esce in passerella battendo le mani, in un lungo applauso che travolge la sala e si unisce a quello del pubblico. Standing ovation, occhi lucidi, qualche lacrima trattenuta a fatica. Si commuovono addetti ai lavori e personale in sala: è un momento di saluto ma anche l’ultimo omaggio al ‘Signor’ Armani, come veniva chiamato affettuosamente da chi lavorava al suo fianco. E al secondo show Silvana Armani esce per fare un saluto in omaggio allo zio. ‘Ritorni’ non è solo il titolo della collezione ma sembra simboleggiare un nuovo capitolo per la maison, che riparte dall’Armani Teatro, simbolo di continuità e di quell’eleganza discreta che ha sempre definito lo stile Armani. (di Federica Mochi)

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