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Omicidio Varani, papà di Luca: "Foffo non è matto"

"Era responsabile delle proprie azioni e come tale deve pagare" dice all'Adnkronos commentando così le motivazioni della Cassazione

Foto Adnkronos
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24 luglio 2019 | 19.14
LETTURA: 2 minuti

di Silvia Mancinelli

"Le motivazioni espresse dai giudici della Corte di Cassazione non mi sorprendono, che Manuel Foffo fosse in grado di intendere e di volere è ciò che abbiamo sempre sostenuto". Così all'Adnkronos Giuseppe Varani, padre di Luca, ucciso da Manuel Foffo insieme a Marco Prato, suicida in carcere, il 4 marzo 2016 nell'appartamento al Collatino. "Chi ha torturato barbaramente mio figlio uccidendolo non è matto, non è mai stato ricoverato in strutture psichiatriche, ha preso la patente, ha studiato; aveva i vizi di alcol e droga ma sono scelte sue. E' maggiorenne e responsabile delle sue azioni e come tale deve pagare".

"Per quello che ha fatto a mio figlio - continua commentando le motivazioni della sentenza della Cassazione del 3 luglio scorso - la condanna sarà sempre insufficiente, ha fatto una esecuzione, si è macchiato di un omicidio in stile Isis. Mi auguro che non ci sia alcuno sconto per lui che ha condannato a morte il mio ragazzo per i suoi gusti barbari. Non deve avere spazio su questa terra che gli dia pace".

Nella sentenza depositata oggi la Cassazione scrive: "Nessuno spazio a dubbi di sorta sulla capacità di intendere e volere di Manuel Foffo nel momento in cui, d'intesa con Marco Prato, decideva di uccidere Luca Varani".

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