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Migranti, accordo Italia-Albania: dura 5 anni, cosa prevede il protocollo

Gli articoli dell'intesa sono 14

(Fotogramma)
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07 novembre 2023 | 22.44
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Sono 14 gli articoli del Protocollo sottoscritto ieri tra Giorgia Meloni e Edi Rama in materia di flussi migratori. L'accordo, si legge, "resta in vigore per 5 anni" ed è rinnovato "tacitamente per altri 5 salvo che una delle due parti comunichi, con preavviso di almeno sei mesi rispetto alla scadenza, la propria intenzione di non rinnovarlo". L'intesa è stata sottoscritta "in osservanza degli accordi internazionali nell'ambito della tutela dei diritti dell'uomo e, in particolare, nell'ambito della migrazione".

Nel Protocollo inoltre viene sottolineato come Italia e Albania ritengano "necessario intensificare la collaborazione nell'ambito della gestione dei flussi migratori, anche in considerazione della vicinanza geografica e della comunanza di interessi e di aspirazioni", "certi delle azioni da intraprendere per la prevenzione dei flussi migratori illeciti e della tratta degli esseri umani e, nel contempo, per garantire la tutela dei diritti dell'uomo".

Le aree in cui verranno costruiti i centri saranno concessi dall'Albania a titolo gratuito, mentre la costruzioni dei centri sarà a carico dell'Italia. Le strutture potranno ospitare massimo 3mila persone e saranno gestite dalle "competenti autorità" italiane "secondo la pertinente normativa italiana ed europea" e "le controversie" che possono nascere tra tali autorità e i migranti "sono sottoposte esclusivamente alla giurisdizione italiana". Nel caso cui venga meno il "titolo di permanenza nelle strutture" l'Italia "trasferisce immediatamente i migranti fuori dal territorio albanese" a proprie spese.

La permanenza dei migranti nei centri in Albania "non può essere superiore al periodo massimo di trattenimento consentito dall vigente normativa italiana". "Per assicurare il diritto alla difesa, le Parti consentono l'accesso alle strutture previste dal presente protocollo agli avvocati, ai loro ausiliari, nonché alle organizzazioni internazionali e alle agenzie dell'Unione europea che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti previsti dalla legislazione italiana, europea e albanese applicabile". Sarà, infine, di competenza delle autorità italiane istituire "le strutture sanitarie al fine di garantire i servizi sanitari necessari" nei centri in Albania.

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