"Quando gli antibiotici non funzionano più ci ritroviamo senza armi"
"Le infezioni da batteri resistenti stanno trasformando quadri clinici già delicati in situazioni potenzialmente fatali, perché quando gli antibiotici non funzionano più ci ritroviamo senza armi". È l'allarme lanciato da Giulia Carla Marchetti, ordinario di Malattie infettive Università degli Studi di Milano e direttrice della Struttura complessa di Malattie infettive dell'Asst Santi Paolo e Carlo, in occasione della settimana dedicata all'antimicrobico-resistenza, che richiama l'attenzione sulla gestione quotidiana di pazienti fragili colpiti da microrganismi ormai insensibili ai trattamenti disponibili.
Secondo l'esperta, le infezioni resistenti colpiscono soprattutto persone anziane o già ricoverate per altre patologie: "Arrivano come un evento grave che si somma a condizioni già impegnative. Se il germe è resistente, la prognosi diventa incerta perché gli antibiotici sono armi spuntate. In caso di polmonite, infezioni urinarie complicate o sepsi, il rischio di un esito infausto cresce rapidamente".
La prevenzione vaccinale gioca un ruolo molto più importante di quanto comunemente percepito. "Il legame tra vaccini e resistenza antimicrobica esiste eccome", rimarca. "E l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lo ha evidenziato in modo chiaro. I vaccini batterici, come quello contro lo pneumococco - principale causa di polmoniti - offrono una protezione diretta. Ma anche i vaccini contro virus come influenza, Covid o virus respiratorio sinciziale riducono il rischio di sovra-infezioni batteriche, che spesso richiedono antibiotici e possono coinvolgere germi resistenti".
Accanto alla prevenzione, l'uso corretto degli antibiotici resta il pilastro della lotta alla resistenza. "L'antibiotico non è uno scherzo, è un farmaco preziosissimo - sottolinea l'infettivologa - Va usato solo sotto indicazione medica. L'abuso, l'autoprescrizione e le terapie iniziate e sospese in modo scorretto alimentano la resistenza. Le persone devono capire che prenderli a caso o prolungarli senza motivo mette a rischio anche gli altri".
Tra le novità più rilevanti Marchetti cita l'introduzione dei vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), "un virus molto diffuso che può causare polmoniti e infezioni gravi, soprattutto nei neonati e negli anziani". Due vaccini sono già approvati da Aifa, Agenzia italiana del farmaco: "Sono sicuri, hanno un'elevata efficacia nel prevenire la malattia grave e uno è indicato anche in gravidanza, così da proteggere il neonato fin dalla nascita attraverso gli anticorpi materni".
La prevenzione dell'Rsv avrà anche un impatto sulla resistenza antimicrobica: "Ridurre ricoveri, complicanze e sovra-infezioni - conclude l'esperta - significa ridurre l'uso di antibiotici e dunque frenare lo sviluppo di nuove resistenze. È un vantaggio per il singolo paziente e per l'intera comunità".