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Coronavirus, Rezza: "Troppe persone in giro, il pericolo non è finito"

Il monito del direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. In conferenza stampa alla Protezione civile: "Immunità? Su durata non ancora dati certi"

Coronavirus, Rezza:
07 aprile 2020 | 13.00
LETTURA: 2 minuti

di Margherita Lopes

I numeri "indicano un miglioramento, ma i nuovi casi scendono lentamente. E questo perché in particolare in alcune aree c'è un gran numero di infetti: è il caso della Lombardia, dove insieme ad alcune aree del Veneto, del Piemonte, delle Marche e della Toscana si concentra il grosso della trasmissione. Il problema è che si iniziano a vedere troppe persone in giro. Ecco, il pericolo vero è di mollare prima del tempo. Ma le regole ci sono e vanno rispettate". A sottolinearlo all'Adnkronos Salute è Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità.

Ormai le misure sono in piedi da tempo, dunque chi sono i nuovi positivi? "Intanto bisogna dire che i contagi segnalati dalla Protezione civile sono avvenuti in media 10 giorni prima del tampone, dunque i dati giornalieri non fotografano la situazione attuale. Ce lo dice anche il fatto che la pressione sugli ospedali è diminuita. Mentre i riflessi sul numero di decessi si vedranno fra qualche tempo. Ora la trasmissione è intra-familiare, poi c'è il caso delle Rsa. Il problema è che non dobbiamo pensare che il pericolo sia passato. Si sta pensando alla riapertura, che dovrà essere graduale e progressiva, ma è importante il rispetto delle regole, che ci sono e sono chiare", conclude Rezza.

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