Cinema, a Traversetolo prima del film 'Vicolo cieco': al centro violenza su donne

La pellicola ha già ricevuto il riconoscimento di "Miglior dramma" al Festival di Luleå (Svezia)

Cinema, a Traversetolo prima del film 'Vicolo cieco': al centro violenza su donne
24 novembre 2025 | 12.57
LETTURA: 3 minuti

Domani, Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Cinema Grand'Italia di Traversetolo ospita la prima nazionale di 'Vicolo Cieco', scritto da Maria Montalto e diretto da Antonio Todaro. Girato interamente a Traversetolo e Montechiarugolo, il film è una produzione indipendente firmata Koala Produzioni in collaborazione con Gemini Production, con il patrocinio dei Comuni di Montechiarugolo e Traversetolo. La pellicola ha già ricevuto il riconoscimento di "Miglior dramma" al Festival di Luleå (Svezia).

Lisa Conti ha diciassette anni e un incubo ricorrente: una bambina, un armadio, una mano sconosciuta. Quando nella sua classe arriva il professor Roberto Lenzi, la memoria si risveglia, portando con sé un dolore rimosso. Lisa trova il coraggio di parlare, ma la sua verità si scontra con il muro dell'incredulità e dell'indifferenza. 'Vicolo Cieco' affronta con delicatezza e forza visiva la violenza psicologica e sessuale sulle donne, in particolare tra le mura scolastiche e familiari, raccontando non solo l'abuso ma la solitudine di chi denuncia e non viene creduto.

"Non è solo un film sulla violenza, ma sulla solitudine di chi denuncia e non viene creduto," spiega il regista Antonio Todaro. "Mi interessava raccontare non il gesto eclatante, ma tutto ciò che lo precede e lo segue: le parole, gli sguardi, le ferite invisibili. La violenza spesso non lascia lividi, ma fratture interiori che nessuno vuole vedere". Un progetto dal basso La produzione, interamente autofinanziata e senza contributi pubblici, nasce dall'urgenza di raccontare una storia necessaria. La sceneggiatrice Maria Montalto ha tratto ispirazione da esperienze reali e testimonianze di donne che hanno vissuto situazioni di abuso psicologico o manipolazione affettiva. "Non avevamo grandi mezzi, ma avevamo un'urgenza," racconta Todaro. "Ogni persona coinvolta ha dato qualcosa di sé: tempo, professionalità, cuore. Il risultato è un film vero, imperfetto forse, ma sincero. E soprattutto necessario".

Inserire qui il sottotitolo

La serata di domani non sarà una semplice proiezione. Dopo la visione, il pubblico potrà partecipare a un dibattito aperto con il regista, il cast e rappresentanti di centri antiviolenza, associazioni femminili e scuole del territorio. "Vogliamo che questa serata diventi un momento di ascolto collettivo," afferma Luca Ziveri, titolare del Cinema Grand'Italia. "Non basta dire 'mai più': bisogna capire, educare, e continuare a parlare, anche quando il tema fa male".

Attivo da oltre 67 anni, il Cinema Grand'Italia è uno dei pochi presìdi culturali indipendenti della provincia di Parma. Con questa iniziativa si conferma come spazio di aggregazione e impegno civile, dimostrando che ogni sala cinematografica può essere un luogo di cultura e speranza per la comunità. Con una regia intima e un linguaggio essenziale, Todaro costruisce un racconto che evita il sensazionalismo e sceglie la verità emotiva. Il film si affida a un cast giovane e autentico, trasformandosi in un viaggio dentro il silenzio e la memoria, ma anche in un atto d'amore verso chi trova la forza di rinascere. "Vorrei che chi esce dalla sala non provasse solo dolore, ma anche speranza", conclude Todaro. "Perché dietro ogni violenza c'è sempre la possibilità di ricominciare. Il cinema può aprire una breccia nel silenzio, e da quella breccia può entrare la luce".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza