Michela Giraud, Max Angioni e Matteo Martari animano i personaggi dell'atteso sequel Disney, nelle sale da domani
'Zootropolis 2' arriva domani al cinema, riportando sul grande schermo Judy Hopps e Nick Wilde in una nuova avventura che promette di essere ancora più attuale, più divertente e più emozionante del primo capitolo, uscito nel 2016. Il sequel Disney, attesissimo da un pubblico di piccoli e grandi, torna a esplorare con ironia e profondità i temi che hanno reso celebre il franchise: inclusività, differenze e pregiudizi. "Ci lavorano da cinque anni, ma sembra scritto questo mese. È incredibile quanto sia attuale", racconta all'Adnkronos il comico Max Angioni, che presta la sua voce ad un nuovo personaggio della città degli animali più famosa del mondo, Gary De'Snake: un dolce e super velenoso serpente con una missione, riabilitare il buon nome della sua famiglia risolvendo un mistero che affligge Zootropolis da decenni. "È molto importante, fa riflettere sul valore dell’arte in un periodo come quello che stiamo vivendo", aggiunge Angioni.
"Sulla carta è un film per bambini, ma ho visto che ha una fanbase adulta spaventosa", e "affronta temi all’altezza come inclusività, importanza dei rapporti o il fatto che, se ti comporti male, prima o poi la vita te le fa pagare. Non sempre, ma almeno nei film possiamo sognare un po’", dice Michela Giraud, che presta la voce a Nibbles Maplestick, una rustica e stravagante castorina che conduce il podcast 'Squame e Trame del Mistero', dedicato a teorie cospirazioniste, misteri e leggende delle zone paludose del quartiere Mercato Pantano. Ma fa anche una riflessione "sul clima e la cancel culture", sottolinea Angioni.
Nel film - diretto da Jared Bush e Byron Howard - tornano i poliziotti alle prime armi Judy Hopps e Nick Wilde, che si trovano sulle tracce di un grande mistero quando Gary De'Snake arriva a Zootropolis e mette sottosopra la città animale. Per risolvere il caso, i due, sotto copertura, sono costretti ad avventurarsi in nuove e inaspettate aree della città, dove la loro continua collaborazione viene messa alla prova come mai prima d'ora. "Mi piace che Judy e Nick abbiano quel momento in cui cercano davvero di comprendere le loro differenze, ed è ciò che li rende più forti alla fine", dice all'Adnkronos la produttrice Yvett Merino, secondo la quale la forza di questa storia sta anche nella capacità di affrontare temi difficili senza paura, parlando ai più giovani con sincerità: "I bambini sono intelligenti, sanno che ci sono conversazioni difficili, e affrontarle è l’unico modo per andare avanti. Ignorarle significa non progredire mai come persone". La produttrice, a questo proposito, ribadisce come 'Zootropolis' sia concepito fin dall’inizio come uno specchio della nostra società: "Il mondo che raccontiamo qui è costruito come un riflesso del nostro mondo umano. Conosco persone come Nick o come Judy e ti puoi riconoscere in questi personaggi".
Sono tanti i temi al centro del film, come quello legato ai pregiudizi: "Arrivo dalla moda, quindi forse un po’ all’inizio sì. Quando la volontà di fare l’attore è diventata seria, dovevo misurarmi con quel passato: anni in cui ho lavorato come modello, un’esperienza interessante se la prendi nel modo giusto. Quando poi arrivano le prove giuste, e sei preparato, e hai anche un pizzico di fortuna, riesci a ricalibrare ciò che gli altri pensavano di te", dice Matteo Martari, voce del sindaco Brian Winddancer: un attore entrato in politica, uno stallone carismatico ma sprovveduto che sogna di essere eroico come i personaggi che un tempo interpretava in televisione. Per Martari "è umano avere dei pregiudizi ma è sciocco rimanerci legati". Nel corso della vita e della carriera "è successo che qualcuno avesse dei pregiudizi nei miei confronti, la cosa migliore è fregarsene. Se ti concentri troppo sui pregiudizi degli altri, ti limiti da solo. Io vado avanti con una condizione così forte che facilito il processo di redenzione dell’altro. Se pensi una cosa sbagliata di me, il problema è tuo", osserva Giraud. Mentre Angioni riflette - con ironia, suo marchio di fabbrica - sul lato paradossale della questione: "A me è capitato di dover superare i pregiudizi positivi. Gente che diceva 'Ma sì, lui è bravo'. E io: 'No, guarda, è un pregiudizio sbagliato, scusami'", racconta ridendo. Il pregiudizio "anche quello negativo può diventare un motore. Ti dà la benzina. Non tanto per dimostrarlo a quella persona, ma per mostrare al mondo chi sei davvero", concludono. (di Lucrezia Leombruni)