Sul set del film su Biagio Conte: "Era un San Francesco moderno" - Video

Alessio Vassallo, Donatella Finocchiaro e la regista Quatriglio si raccontano in esclusiva

22 novembre 2025 | 16.31
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Interpretare Biagio Conte è un regalo che mi ha fatto la vita, un regalo artistico ma, soprattutto, umano. E’ stata una figura cardine non solo per Palermo. Ho rivalutato tante cose della mia vita, perché ti rendi conto quanto anche le cose più piccole, nel quotidiano, siano importanti. Cose che spesso noi diamo per scontate. Come poter avere un pasto caldo, di avere degli affetti”. Alessio Vassallo ha appena finito di girare l’ultimo ciak prima della breve pausa pranzo. L’attore palermitano, visibilmente dimagrito per recitare la parte del francescano laico che ha dedicato la sua vita agli altri, è nel camerino sul set del film tv “Sul cammino di Francesco – la vita di Biagio Conte”, che racconta la straordinaria vita di Fratel Biagio Conte, definito da molti il “nuovo San Francesco”, prodotto da Gloria Giorgianni per Anele in collaborazione con Rai Fiction e scritto da Stefano Rulli e Costanza Quatriglio, da un soggetto di Stefano Rulli, Gloria Giorgianni, Nicola Campiotti, Celestino Pietro Pesce e Costanza Quatriglio, e diretto da Costanza Quatriglio. Con la collaborazione della Missione di Speranza e Carità, consulenze alla sceneggiatura Giacomo Mirto, Giacomo Pilati e Davide Rondoni.

Realizzato con il Patrocinio del Comitato Nazionale per la celebrazione dell’Ottavo Centenario della morte di San Francesco d'Assisi, il film – interpretato da Alessio Vassallo e con la partecipazione, tra gli altri, di Donatella Finocchiaro e Antonio Catania – ripercorre la storia di un uomo capace di incarnare lo spirito francescano nella contemporaneità. La produzione proseguirà le riprese successivamente anche a Roma e ad Assisi. Il film porta al grande pubblico la storia di un San Francesco moderno e siciliano, nato a Palermo negli anni Sessanta in una famiglia di imprenditori, che scelse di abbandonare un’esistenza agiata per dedicarsi interamente agli ultimi, vivendo accanto ai senzatetto della sua città una vita di povertà e condivisione.

Alessio Vassallo, prima di calarsi nei panni di Biagio Conte ha trascorso un po’ di tempo presso la Missione ‘Speranza e carità’, a Palermo, che accoglie persone sfortunate che in questa struttura hanno trovato un tetto, un pasto caldo, ma soprattutto affetto. L'Adnkronos ha potuto visitare in esclusiva il set, prima del trasferimento a Roma. “Mi è servito tantissimo – dice l’attore in una intervista - E la cosa che più mi ha colpito non è stata tanto la solitudine, perché penso che sia un sentimento che, prima o poi tutti abitiamo nella vita. Ma l’abbandono. Quando viene a mancarti una persona cara hai sempre qualcuno a cui poterti aggrappare. Qui, invece, ho trovato persone che realmente sono abbandonate da tutti e da tutto.
C'è l'abbandono totale”. “Quello che Biagio Conte, da solo, è riuscito a costruire è che ha donato il suo corpo. Io anche attorialmente ho lavorato molto sul corpo. Ho perso anche tanti chili per fare questo film”. “Per me il viaggio è corpo e fisicità. La regista Costanza Quatriglio mi ha dato una grande chiave di lettura proprio all'inizio. Io le dissi ‘Sai voglio andare ad Assisi, voglio farmi un cammino di Santiago’. E lei mi rispose: ‘No, devi andare in Missione Speranza e Carità, perché la fede la trovi negli occhi degli altri ed è stata la chiave. E’ stato molto complicato, perché ti senti un marziano”.

“Mi auguro che questo film non sia soltanto un'occasione lavorativa, ma un'occasione umana per me- dice Vassallo - Di cambiamento, proprio di Alessio, un'occasione. Un incontro umano. Secondo me, me ne accorgerò dopo, perché adesso sono troppo preso e concentrato sul lavoro che faccio, ecco però mi auguro che possa essere veramente un’occasione, anche per me, proprio personale, non solo lavorativo. E’ stata la difficoltà maggiore nel tentare appunto di entrare nel personaggio che in realtà poi è una persona realmente esistita”. “Biagio Conte ascoltava e accoglieva. Non era una persona qui molto amata. Secondo me il film aiuterà anche farlo conoscere. E’ un omaggio a lui, insomma, alla sua vita a tutte a tutte le cose che ha fatto per un film, secondo me è indispensabile oggi perché. In una società così riflessa su se stessa, siamo un po' lo specchio di noi stessi. E qui parliamo di una persona moderna, contemporanea. Un ragazzo che ha donato la sua vita agli altri nel vero senso della parola. E si è occupato del prossimo e non di se stesso, come facciamo tutti invece. E penso che sia veramente uno schiaffo al tempo che stiamo vivendo”.

Vassallo è anche il protagonista de "L’altro ispettore", nuova fiction in onda dal 2 dicembre su Rai1, in cui interpreta un ispettore del lavoro che, dopo essere rimasto vedovo e con una figlia piccola, decide di tornare nella sua città natale per affrontare casi legati alla sicurezza sul lavoro. Nel cast anche Cesare Bocci, nei panni di un ex operaio e collega del padre di Mimmo, e Francesca Inaudi nel ruolo della pm Raffaella Pacini.

Il film “è il racconto della scoperta dell’ “altro”, del valore della diversità in quanto creature, un viaggio interiore e collettivo che restituisce il valore della comunità e della solidarietà – racconta la produttrice Gloria Giorgianni, AD di Anele - Attraverso le prove affrontate sul proprio corpo e la forza della fede, Fratel Biagio ha saputo trasformare la sua ispirazione spirituale in un progetto concreto e condiviso, una missione di solidarietà diventata un movimento capace di ispirare un’intera città. Siamo felici di poter iniziare le riprese finalmente qui a Palermo, città che deve tanto a Biagio e che Biagio ha tanto amato”. Il film, della durata di 100 minuti, prende avvio dalla scomparsa di Biagio Conte e dalle ricerche della trasmissione Chi l’ha visto?, grazie alle quali la famiglia scoprirà la sua scelta di vita radicale, e prosegue seguendo il protagonista nel pellegrinaggio ad Assisi, nel successivo ritorno a Palermo e nei numerosi incontri che lo porteranno a fondare la sua comunità accanto ai senzatetto della stazione, dando vita alla figura di Fratel Biagio. Un’eredità di fede e solidarietà che continua ancora oggi con la Missione di Speranza e Carità - fondata nel 1993 da Biagio Conte e, a seguito della sua morte avvenuta nel 2023, portata avanti da Don Pino - che presta soccorso e favorisce la reintegrazione nel tessuto sociale ai senzatetto e a tutti i bisognosi della comunità siciliana e non solo.

Donatella Finocchiaro è Rosa nel film su Biagio Conte. “Rosa è una donna che subisce violenza in casa da suo marito. E si rifugia e chiede aiuto a Don Pino, poi alla comunità di Biagio Conte”, racconta Finocchiaro all’Adnkronos. Rosa diventa “una delle donne che aiuta anche a creare questo gruppo” nella comunità di Biagio Conte. “Il luogo diventa una specie di consultorio, dove vengono accolte le donne che subiscono violenza. E poi le donne con bambini piccoli, senza mariti, insomma, le donne che hanno bisogno come ancora è la-racconta l’attrice – E’ un personaggio bellissimo, dolente, ma anche un animale ferito, quindi con una sua forza con una voglia di riscatto E io credo che sia una figura che può essere sicuramente di esempio di incoraggiamento per le donne che subiscono violenza, purtroppo ancora oggi, all'interno delle mura domestiche”. “La cosa più agghiacciante è che spesso a uccidere o malmenare le donne sono proprio i mariti, i compagni, i fidanzati- dice - Succede tutto in casa”. Tornando a parlare di Biagio Conte, Donatella Finocchiaro spiega: “Era forse più conosciuto qui a Palermo, qui quando dici Biagio Conte si illuminano gli occhi a tutti”. Per Finocchiaro “è una specie di dovere storico, anche morale, dare luce a Biagio Conte che era un illuminato. Un missionario laico. Che faceva tutto il suo operato era per gli altri”.

E la Missione era “un rifugio, perché gli emarginati che non hanno una casa”. Donatella Finocchiaro stata anche nella Missione, prima dell’inizio delle riprese. “Dal punto di vista personale è stato emotivamente molto forte”, dice. “Lui è un San Francesco moderno, contemporaneo, personaggi così sono sempre più rari, quindi. Lui aveva questa luce. E dava luce anche agli altri”. E conclude: “E poi, soprattutto, bisogna avere un bravo regista che ti dirige una brava regista come è il caso di Costanza Quatriglio che ci aiuta in ogni scena, ci sta vicini, ci accoglie e ci conforta. Ci dice quando è giusto, quando è troppo, quando una battuta non va e questo ti fa sentire protetto. E poi oltre a Costanza, il genio di Daniele Ciprì. Insomma, mi sento a casa qui”.

Per la regista Costanza Quatriglio, il film su Biagio Conte per la tv “è importante perché farà conoscere la figura di Biagio Conte, una figura davvero straordinaria, unica in qualche modo, legata certamente alla territorialità “. “”Ma nello stesso tempo credo che sia interessante questo film per la televisione, in questo momento storico, un momento molto difficile in cui vi è una crisi evidente che riguarda l'umanità”. “Oggi sta prevalendo una insita forma di abuso e di violenza di quasi di piacere del male”, dice la regista. “Questo è un film che mette al centro l'umanità in modo fortissimo, mette al centro la vocazione- dice- Un film che in questo momento è interessante per tutti, non solo per Biagio Conte”. Tra le comparse del film ci sono anche alcuni ospiti della missione, accolti da Biagio Conte. “Fanno parte del nostro film”, spiega Costanza Quatriglio. La pausa è finita. Si torna sul set. Ciak, si gira. (di Elvira Terranova)

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