Jon M. Chu: "Smettiamo di creare idoli, in 'Wicked 2' rendo tutto più umano"

da sinistra: Cynthia Erivo, Jon M. Chu e Ariana Grande - (Ipa)
da sinistra: Cynthia Erivo, Jon M. Chu e Ariana Grande - (Ipa)
21 novembre 2025 | 13.43
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"Per 'Wicked: Parte 2' ho pensato 'smettiamo di creare idoli'. Ho voluto umanizzare tutto perché siamo tutti un po' buoni e un po' 'wicked' ('cattivi', ndr). A parlare è il regista Jon M. Chu, in occasione del suo ritorno sul grande schermo con l'adattamento cinematografico dell'Atto II del musical di Stephen Schwartz e Winnie Holzman. In 'Wicked' (candidato in 4 categorie ai Grammy Award) Glinda la Buona (Ariana Grande) è stata scelta per rassicurare il popolo dell'incantato regno di Oz, mentre Elphaba (Cynthia Erivo), soprannominata la Strega Malvagia dell’Ovest, è costretta a vivere in esilio mentre cerca di smascherare il Mago di Oz (Jeff Goldblum). "Il secondo film doveva rompere il sogno del primo e mostrare quanto sia difficile restare fedeli a sé stessi quando il mondo ti definisce un villain", spiega il regista, che aggiunge: "Abbiamo scelto di dividere il racconto in due parti proprio per mostrare un cambio tematico potente: il primo film costruisce la fiaba, il secondo la mette in discussioni, rivelando il costo delle scelte in favore della verità".

Chu riflette poi sulla rappresentazione visiva e concettuale di Oz, un universo di meraviglia ma anche di illusioni: "Oz è meraviglia ma anche un mondo di riflessi e distorsioni. Alla fine bisogna rompere il vetro e vedersi per ciò che si è davvero". La crescita delle protagoniste "passa proprio attraverso questo processo di smascheramento: ciò che sembrava fiabesco si rivela artificiale, e ciò che appariva minaccioso acquisisce umanità". Per il regista "le gabbie più difficili da cui liberarci sono quelle che non vediamo: le illusioni che ci circondano, le storie che ci raccontiamo. La paura è una malattia, uccide la creatività. 'Wicked' mi ha insegnato a sognare più grande".

Sul mondo di oggi, il regista riflette come "in un momento in cui c'è chi ha il potere e chi fa i conti con il senso di impotenza e paura, il cinema sia uno spazio sacro per fermarci e guardare la nostra vita da una nuova prospettiva. Uno spazio in cui chiederci 'come possiamo ritrovarci di nuovo?'". La missione di 'Wicked', secondo Chu, è liberare - almeno un po' - lo sguardo dello spettatore: "Se Elphaba e Glinda possono ispirare qualcuno a riscrivere la propria storia, allora abbiamo fatto la cosa giusta. Il coraggio non ha una data di scadenza, abbiamo ancora tempo per fare scelte e trovare chi siamo in questo caos. Speranza, gioia e meraviglia possono ancora esistere", sostiene.

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