Haaland e la terapia a infrarossi, medico-fisiatra: "Rigenera le cellule e ripara i tessuti"

Andrea Bernetti: "E' un trattamento non invasivo, chiamato anche fotobiomodulazione, che utilizza specifiche lunghezze d'onda della luce rossa e del vicino infrarosso"

Erling Haaland  - @erling YouTube
Erling Haaland - @erling YouTube
24 ottobre 2025 | 16.41
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Un giornata nella vita, fuori dal campo, del calciatore del Manchester City Erling Haaland è quella che si vede sul suo canale YouTube (@erling) dove il norvegese ha pubblicato un video che immortala i momenti quotidiani e di relax: dalla spesa in fattoria alla cucina, dal barbecue ai bagni ghiacciati alternati fino alla terapia a infrarossi. L'attaccante del City "sembrerebbe sottoporsi alla 'Red Light Therapy' (terapia a luce rossa). Questo è un trattamento non invasivo, chiamato anche fotobiomodulazione, che utilizza specifiche lunghezze d'onda della luce rossa e del vicino infrarosso per tentare di stimolare la funzione cellulare e promuovere la produzione di Atp (adenosina trifosfato), la molecola energetica che aiuta la rigenerazione cellulare e la riparazione dei tessuti. Sembrerebbe quindi - spiega all'Adnkronos Salute Andrea Bernetti, medico fisiatra e segretario generale della Simfer (Società italiana di medicina fisica e riabilitativa) - avere effetti positivi come l'aumento della produzione di collagene, l'incremento della circolazione sanguigna e la riduzione dell'infiammazione".

"Da sempre - prosegue lo specialista - nel campo della riabilitazione molti trattamenti sfruttano la terapia fisica strumentale all'interno di un programma riabilitativo completo. Solo per citarne alcuni, usati anche in campo sportivo, ricordiamo: le onde d'urto focali, l'ultrasuonoterapia, le varie forme di laser-terapia e di elettroterapia, che possono essere utilizzate per trattare condizioni molto comuni nello sport come ad esempio tendinopatie, lesioni muscolari, traumi distorsivi e non solo. E' bene ricordare come siano terapie a tutti gli effetti e, come tali, debbano essere prescritte da un medico dopo adeguata diagnosi, anche perché presentano potenziali controindicazioni al loro impiego", conclude Bernetti, professore Medicina fisica e riabilitativa dell'università del Salento.

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