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Vilipendio, Storace: "Non so se farò appello, la mia coscienza dice di no"

Il leader della 'Destra' dopo la condanna a sei mesi: "Non mi fido più di una giustizia così. Decideremo entro sessanta giorni. Caso mai, l'appello deve farlo il Parlamento cancellando o cambiando norme allucinanti"

(Infophoto)
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22 novembre 2014 | 14.32
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"Non so se farò appello: i miei avvocati dicono di sì, la mia coscienza dice di no. Non mi fido più di una giustizia così. Decideremo entro sessanta giorni. Caso mai, l'appello deve farlo il Parlamento cancellando o cambiando norme allucinanti". Lo scrive Francesco Storace sul sito de 'La Destra' e su 'Il Giornale d'Italia' dopo la condanna a sei mesi per vilipendio nei confronti del capo dello Stato.

Intanto non si placano le polemiche dopo la sentenza. "Presidente Napolitano, ci aspettiamo una parola sulla vergognosa condanna subita da Francesco Storace, per una frase banale peraltro seguita da un chiarimento" afferma il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. "Ogni giorno - aggiunge - tanti, anche parlamentari, offendono il Presidente della Repubblica ma il ministro della Giustizia Orlando non attiva la procedura per punire l'eventuale vilipendio. Presidente Napolitano, può esistere una legge che si applica a uno e si ignora per tanti?" chiede Gasparri.

A intervenire è anche Ignazio La Russa, di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale. "Oggi sono in tanti a stracciarsi le vesti per la sentenza contro Francesco Storace - afferma - in tanti casi però sono gli stessi che hanno fatto orecchie da mercante alla proposta presentata da me alla Camera per modificare la legge sul vilipendio. Ho anche proposto ai componenti della Giunta per le Autorizzazioni di presentare un disegno di legge bipartisan che salvasse il diritto alla onorabilità del Presidente della Repubblica equiparandolo a quello garantito a ogni cittadino col reato di diffamazione, magari prevedendo una specifica aggravante".

"Né alla Camera né al Senato dove Maurizio Gasparri ha presentato una proposta di legge simile, abbiamo trovato ascolto e comprensione, specie da parte della sinistra e della maggioranza. Peccato, sarebbe stata una buona occasione per fare una legge al di sopra delle parti e al passo con i tempi. Ma tanto - conclude La Russa - a pagare era Storace e quindi…".

Per il senatore Vincenzo Gibiino, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, “un Paese nel quale un cittadino sia impossibilitato ad esprimere una propria opinione su un esponente delle istituzioni, si tratti anche del Capo dello Stato, è un Paese illiberale. La politica tutta ha il dovere di indignarsi per la condanna a sei mesi inflitta a Francesco Storace per vilipendio nei confronti del Presidente della Repubblica, così come il Parlamento deve intervenire da subito per la rimozione di un reato che non ha ragion d’essere".

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