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Dagli Uffizi a Faenza il Polittico della Beata Umiltà di Pietro Lorenzetti

30 ottobre 2023 | 13.42
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Il capolavoro della pittura gotica esposto per la prima volta dopo un restauro

durato quattro anni

Dagli Uffizi a Faenza il Polittico della Beata Umiltà di Pietro Lorenzetti

Da Firenze a Faenza: un capolavoro delle Gallerie degli Uffizi, il grande Polittico con le storie di Santa Umiltà del pittore gotico Pietro Lorenzetti (Siena 1280-1348), appena riemerso in tutto il suo splendore da un complesso restauro durato oltre quattro anni, viene esposto da domani, martedì 31 ottobre, nella città romagnola della quale Umiltà è santa Patrona.

La mostra intitolata "Per Immagini e Colori. La storia di Santa Umiltà da Faenza nel capolavoro medievale degli Uffizi" è accolta nella Sala del Medioevo e del Rinascimento della Pinacoteca Comunale di Faenza e sarà visitabile fino al prossimo 3 marzo: è in questo contesto che la monumentale opera torna visibile per la prima volta al pubblico in seguito al complesso intervento di recupero al quale è stata sottoposta da parte dell'Opificio delle Pietre Dure e dello Studio Scarpelli di Firenze.

Faenza entra così a far parte degli 'Uffizi Diffusi', il grande piano di diffusione dell'arte sul territorio, lanciato due anni fa dal celebre museo fiorentino diretto da Eike Schmidt.

Il polittico in mostra nella Pinacoteca è composto da ben 22 elementi, tra cuspidi, predella e 11 storie che raccontano i momenti più salienti nell’esistenza di Santa Umiltà da Faenza. Umiltà (nata nel 1226 circa e morta nel 1310) fu una donna straordinaria: in contrasto con gli schemi della condizione femminile del tempo, abbracciò la vita religiosa con grande energia e spirito di iniziativa, fondò prima un monastero a Faenza e poi, a 55 anni - età venerabile per quei tempi - attraversò l'Appennino con alcune consorelle e si trasferì a Firenze per dare vita al monastero di San Giovanni Evangelista, noto come "delle donne di Faenza". L'itinerario della santa, venerata su entrambi i versanti della montagna, si compie oggi in senso inverso con l'attuale esposizione, a suggellare l'amicizia che nei secoli ha legato la città romagnola a Firenze, e che anche durante i gloriosi anni del Rinascimento faentino ha visto i suoi signori, i Manfredi, legati ai Medici di Firenze.

La mostra, finanziata interamente grazie al generoso contributo di privati, offre l'occasione di ammirare, per la prima volta, i risultati del restauro dell'opera, appena terminato dopo quattro anni di lavoro. Realizzato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze a seguito di un'ampia campagna di indagini e documentazione, '’intervento – completato dallo studio Stefano Scarpelli - ha portato al risanamento del supporto ligneo ed alla pulitura della superficie pittorica, rimuovendo sporco stratificato, vecchi ritocchi degradati e vernici divenute opache nel corso del tempo.

La campagna di indagini, l'osservazione al microscopio e il paziente lavoro dei restauratori hanno consentito di chiarire aspetti importanti ai fini della conoscenza dell’opera: in particolare, la corretta sequenza delle scene, l'esistenza di una cornice coperta da foglia d'argento, l’individuazione dei pigmenti impiegati per i colori. Per il Polittico furono utilizzati quelli tradizionali del tempo, con una tavolozza limitata che suggerisce un effetto di voluta povertà, se si esclude l'impiego di materiali preziosi in alcuni dettagli, come il blu di lapislazzuli nelle gemme che ornano le croci nella scena della Traslazione delle reliquie della beata.

Grazie al restauro, dunque, è ora possibile ammirare di nuovo il capolavoro di Pietro Lorenzetti nella sua nitidezza e nei suoi cromatismi originali, e leggere il racconto della vita di Umiltà nell’ordine originario con il quale fu concepito.

Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, ha dichiarato: "È con grande emozione che vediamo oggi risplendere in Pinacoteca il polittico di Pietro Lorenzetti con le Storie di Santa Umiltà. E l'emozione non è solo quella estetica che si prova davanti a un'opera meravigliosa, ma ha un carattere squisitamente faentino: tutti i dipinti del registro superiore, infatti, raffigurano storie legate alla nostra città, immaginata tra le sue mura medievali. Uno di essi ci mostra addirittura questa donna meravigliosa che si incammina verso Firenze guadando il Lamone, il fiume che porta vita a Faenza e al suo territorio ma che anche in tempi recentissimi è stato causa di devastazione. La mostra è dunque motivo di riflessione per tutti noi faentini, ma non solo: è uno spunto per pensare a Faenza con orgoglio, perché i dipinti del polittico degli Uffizi ci invitano a considerare il ruolo importantissimo della nostra città nella storia, nell’arte e nella cultura italiane".

Ha spiegato il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt: "Il restauro di questo polittico monumentale e famosissimo è stato estremamente complesso e ora, dopo quattro anni di lavori condotti dall’Opificio delle Pietre Dure e dallo studio Scarpelli di Firenze, lo presentiamo per la prima volta a Faenza. È dunque una 'mostra nella mostra' quella che abbiamo inaugurato oggi: l'opera stessa (o meglio le opere, visto che si tratta di molti dipinti) esposta in Pinacoteca dentro uno scrigno che la esalta e la fa risplendere, e il restauro, che viene presentato in anteprima. Nessuno aveva ancora potuto vedere il Polittico della Beata Umiltà in questa luce, con i suoi colori ancora intatti, e i mille particolari che descrivono in un racconto magico la vita di Umiltà, eroina medievale".

La mostra è realizzata grazie al generoso contributo di Arte Generali, Arterìa, Fondazione Prada e di Principe Giovanni Alliata di Montereale; Altomani e Sons; Associazione Antiquari d’Italia; Lella e Roberto Bartoli; Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze; Sabrina Andreucci; Galleria Benappi, Torino; Berengo Studio - Murano; Katia Caradonna; Roberto Casamonti, Tornabuoni Arte; Cristian Contini e Fulvio Granocchia; Mario Cristiani; Rita De Donato; Exclusive Connection; Enrico Frascione; Fabrizio Guidi Bruscoli; Fondazione Enzo Hruby; Assia Karaguiozova; Leo France Srl; Massimo Listri; Sascha Mehringer; Lucia Meoni e Antonio Pettena; Federica Olivares; Sir Nicholas Penny e Lady Mary Crettier; Fondazione Giovanni Pratesi; Fondazione Stefano Ricci Onlus; Siân Walters - Art History in Focus; Helidon Xixha.

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