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Crisi Turchia-Olanda, Erdogan alza toni: "Li conosciamo da massacro Srebrenica"

14 marzo 2017 | 09.15
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Recep Tayyip Erdogan (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Recep Tayyip Erdogan (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

La Turchia conosce l'Olanda e gli olandesi dal massacro di Srebrenica. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan alza i toni nella crisi diplomatica in corso tra Turchia e Olanda. ''Non si può sparare contro un team medico, nemmeno durante una guerra. Ma dico che un olandese lo può fare, perché conosciamo l'Olanda e gli olandesi dal massacro di Srebrenica. Sappiamo quanto siano perversi da come hanno massacrato ottomila bosniaci'', ha affermato. ''Nessuno - ha aggiunto Erdogan - può darci una lezione di modernità''.

Il riferimento di Erdogan è alla sentenza del tribunale dell'Aja che ha ritenuto l'Olanda ''civilmente responsabile'' per la morte di uomini in Bosnia il 13 luglio 1995 durante la guerra nella ex Jugoslavia, quando i caschi blu olandesi non protessero 300 persone di fede musulmana che si erano rifugiate nella loro base e li consegnò ai carnefici.

Nuove critiche all'Ue erano intanto arrivate dal ministero degli Esteri di Ankara. In un comunicato diffuso stamani il ministero definisce "grave" il fatto che l'Ue si schieri con l'Olanda nella controversia che oppone i due Paesi.

La nota, come sottolinea il portale del giornale filogovernativo Sabah, critica l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini e il commissario per la politica di allargamento e vicinato, Johannes Hahn, per quelle che considera dichiarazioni "miopi", che - afferma il comunicato - non hanno alcun valore per Ankara.

"Le nostre controparti nell'Ue fanno esercizio solo in modo selettivo dei valori democratici, dei diritti fondamentali e delle libertà", prosegue la nota che denuncia una violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche in riferimento alla decisione del governo olandese di impedire al ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu di raggiungere sabato Rotterdam per tenere un comizio e di bloccare il ministro della Famiglia, Fatma Betul Sayan Kaya, costringendola a lasciare il Paese.

"Le dichiarazioni dell'Ue, invece di fare pressioni sui Paesi che violano le norme e gli accordi diplomatici, chiedono al nostro Paese di astenersi da affermazioni eccessive e da azioni, spianando così la strada alla xenofobia e a mosse contro la Turchia", aggiunge la nota del ministero degli Esteri di Ankara, secondo cui la dichiarazione congiunta di Mogherini e Hahn "contiene valutazioni non corrette sulla questione e cerca di collegare questioni distinte". Per il ministero degli Esteri di Ankara, l'Ue "si nasconde dietro il pretesto della solidarietà tra Paesi per proteggere l'Olanda".

La Turchia ha anche fatto sapere che denuncerà il governo olandese presso le Nazioni Unite, l'Osce e il Consiglio d'Europa con l'accusa di aver violato la Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche. E' quanto hanno riferito fonti diplomatiche al quotidiano Hurriyet. In particolare viene contestata all'Olanda l'espulsione del ministro turco della Famiglia, Fatma Betul Sayan Kaya, fermata dalle forze della sicurezza olandese mentre si stava recando a Rotterdam a incontrare rappresentanti della comunità turca locale. Impedito anche il comizio che il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu avrebbe dovuto tenere a Rotterdam in vista del referendum costituzionale del 16 aprile. In base a quanto stabilisce la convenzione di Vienna, i diplomatici godono di immunità e non possono essere arrestati. Inoltre non possono essere sequestrate o perquisite le auto dei diplomatici. Dopo aver negato a Kaya e al suo entourage di entrare nel consolato, il convoglio turco è stato scortato dalla polizia olandese fino al confine con la Germania.

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