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Arte: Sgarbi, chi critica mostra 'Da Cimabue a Morandi' torni all'asilo

11 febbraio 2015 | 15.54
LETTURA: 6 minuti

Dal 14 febbraio a Palazzo Fava la grande antologica su 7 secoli di arte bolognese. "Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino e vengano a vedere queste opere a Palazzo Fava, perché si tratta di un'antologica sull'arte bolognese, fortemente pedagogica, ed io che sono un vero comunista bolognese, voglio che la gente venga a vederla", sbotta Sgarbi

Vittorio Sgarbi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Vittorio Sgarbi (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

"Chi critica questa mostra dicendo che abbiamo depauperato la Pinacoteca nazionale di Bologna e gli altri musei della città, deve tornare a studiare, deve tornare all'asilo". Così il critico d'arte Vittorio Sgarbi, oggi in conferenza stampa a Bologna, replica alla sezione bolognese di 'Italia nostra' che nei mesi scorsi ha lanciato un appello per bloccare la mostra 'Da Cimabue a Morandi. Felsina pittricie', da lui curata, e che sarà aperta al pubblico dal 14 febbraio al 17 maggio a Palazzo Fava, palazzo delle esposizioni del circuito Genus Bononiae, sotto le Due Torri.

La mostra comprende 180 opere che attraversano 7 secoli di storia dell'arte bolognese e riunisce alcuni pezzi prestati dai musei della città, più altri lavori provenienti da collezioni private, compresa quella dello stesso Sgarbi.

"Chi dice che depauperiamo la Pinacoteca dell''Estasi di santa Cecilia' di Raffaello, non sa quello che dice, dovrebbe andare a San Giovanni in Monte a Bologna, dove c'è ancora la cornice del quadro perché è quella la sua collocazione originaria - prosegue Sgarbi - ma chi critica questa mostra, evidentemente non lo sa, così come non sa che l'opera sarà visibile proprio perché spostata a Palazzo Fava, visto che la sala della Pinacoteca in cui è normalmente conservata, attualmente è oggetto di lavori", quindi chiusa al pubblico.

'Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino evengano a vedere queste opere'

"Palazzo Fava è l'epicentro di un terremoto culturale e quindi più importante anche della Pinacoteca" continua Sgarbi, spiegando che quello di "privato non è un concetto furtivo, è il pubblico che quando nasconde qualcosa commette un furto, al contrario quando un privato mette in mostra il suo patrimonio, questo diventa pubblico".

Il critico fa anche l'esempio dell'opera della 'Madonna in trono con il Bambino e i due angeli' di Cimabue che, rimarca, "non è stata portata a Palazzo Fava per la mostra, ma è già qui da un mese, perché qui è stata restaurata". Insomma, Sgarbi difende a tutto tondo l'impostazione della mostra e aggiunge "Bologna è una città di pigri e di morti, spero che si sveglino e vengano a vedere queste opere a Palazzo Fava, perché si tratta di un'antologica sull'arte bolognese, fortemente pedagogica, ed io che sono un vero comunista bolognese, voglio che la gente venga a vederla".

Quanto ai numeri dell'esposizione, Sgarbi precisa che complessivamente saranno in mostra 180 opere, di cui "160 provenienti da collezioni private, tre dal Mambo, sei dalle Collezioni comunali di Bologna, due dal Museo Davia Bargellini, una dal Museo Musicale e cinque dalla Pinacoteca nazionale di Bologna, che tra l'altro ha prestato il San Sebastiano del Guercino a Tokio, e presterà a breve un'opera di Giotto a Milano".

Assessore Rocchi, serve riorganizzazione dei nostri musei

"L'oggetto criminale non è questa mostra, ma il fatto che sia stato venduto un Carracci che era a Bologna all'asta a New York", oppure "quella patacca attribuita a Leonardo" recentemente trovata in Svizzera, incalza Sgarbi , rinfocolando la polemica con 'Italia nostra', finita a suon di querele incrociate con il presidente della sezione di Bologna Daniele Benati.

L'obiettivo, in sostanza, di tutta l'operazione è quella di svelare opere della città alla città che non le conosce e non le va a vedere nelle loro solite collocazioni. Lo dice chiaramente l'assessore comunale alla Cultura Alberto Ronchi che, accanto a Sgarbi oggi a Palazzo Fava in conferenza stampa ammette "nei nostri musei c'è un problema, inutile nasconderlo, serve una riorganizzazione che stiamo avviando perché ci sia un rilancio dei nostri musei, compatibilmente con le risorse che abbiamo, ma una mostra come questa servono proprio come invito ad andare a visitare le collezioni permanenti".

"Una proposta assolutamente coerente con Bologna che ha un'arte propria e distinguibile" aggiunge il Sovrintendente dei beni culturali e numero uno della Pinacoteca di Bologna Luigi Ficacci. Chiaro anche l'augurio del presidente della Fondazione Carisbo Luigi Sibani "ci aspettiamo un successo culturale, turistico ed economico" per una Bologna che "torni in prima fila nel dibattito culturale".

Fabio Roversi Monaco, mostra consentirà di vedere opere altrimenti non visibili

(Adnkronos) - Ottimista ma realista il presidente di Genus Bononiae Fabio Roversi Monaco che spiega "questa mostra consentirà di vedere opere che altrimenti non si potrebbero vedere, ma è chiaro che non sarà possibile fare il bis del successo della mostra su Vermeer". La recente mostra con special guest 'La ragazza con l'orecchino di perla' "è stata certamente costosa - continua Roversi Monaco - ma ci ha consentito di rendere Palazzo Fava un luogo più attrezzato e sicuro, oggi nessun museo del mondo può negarci un prestito adducendo ragioni di sicurezza".

La mostra su Vermeer fu un vero boom per l'attrattività di Bologna e per l'indotto, ma rimarca Roversi Monaco "non era fine a se stessa, era l'inizio di un percorso" e quella che aprirà il giorno di San Valentino "avrà un successo importante, anche sul fronte del trend di visite alle altre mostre". Inoltre, conclude il presidente di Genus Bononiae, "è il risultato di una stretta collaborazione tra le istituzioni di Bologna", un'operazione di partnership tra pubblico e privato "portata avanti con grandissima determinazione da Vittorio Sgarbi".

L'esposizione 'Da Cimabue a Morandi' è dedicata e prende spunto dalla prolusione di Roberto Longhi sulla tradizione artistica bolognese e spazia dal Duecento al Novecento. In mostra ci saranno opere, tra gli altri, di Raffaello, Giotto, Guido Reni, Carracci, Donato Creti, Niccolo Dall'Arca, Faccioli, Basoli, Amico Aspertini, fino a Giorgio Morandi. Infine, un fuori programma: un omaggio a Vasco Bendini, recentemente scomparso.

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