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Addio a Sebastiano Vassalli, dallo Strega alla candidatura al Nobel

27 luglio 2015 | 09.23
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Sebastiano Vassalli
Sebastiano Vassalli

E' morto all'età di 73 anni, dopo una malattia fulminante e incurabile tenuta riservata, lo scrittore Sebastiano Vassalli, recente candidato italiano al premio Nobel e prossimo premio Campiello alla carriera. Lo riferisce all'Adnkronos Roberto Cicala, presidente del Centro Novarese di Studi Letterari di cui lo scrittore era socio onorario.

Vassalli, vincitore del premio Strega nel 1990, era celebre nel mondo per il romanzo 'La chimera', ambientato nella pianura novarese dove ha vissuto fin dai primi anni di età.

Saranno celebrati mercoledì i funerali. "Secondo la volontà dello scrittore - spiega il sindaco di Novara Andrea Ballarè - saranno funerali laici, molto sobri ma con un alto contenuto civico. Allestiremo la camera ardente nella stessa giornata di mercoledì, dalle 10 alle 17, nella Sala Genocchio, a Palazzo Vochieri, sede della Biblioteca Negroni, luogo a cui Vassalli era molto legato. Il funerale si terrà invece nel cortile del Broletto con inizio alle 17,30".

Lo scrittore aveva appena terminato un nuovo romanzo, 'Io, Partenope', in uscita il 12 settembre, quando avrebbe ritirato il Premio Campiello alla carriera. Il romanzo uscirà, ora, postumo da Rizzoli.

Vassalli è morto intorno alle 23,30 di ieri nell'Hospice 'Monsignor Zaccheo' di Casale Monferrato (Alessandria), con al capezzale la moglie Paola Todeschino. La scelta della casa di cura non è stata casuale ma voluta dallo stesso Vassalli per vivere in maniera riservata gli ultimi mesi che la malattia gli ha concesso.

Vassalli era nato il 24 ottobre 1941 a Genova, da madre toscana e padre lombardo, ma fin da bambino aveva vissuto a Novara. Laureatosi in Lettere all'Università di Milano con Cesare Musatti sui rapporti fra arte contemporanea e psicanalisi, tra gli anni Sessanta e Settanta si è dedicato all'insegnamento coltivando, in parallelo, un'intensa attività artistico letteraria e partecipando, anche come pittore e fondando riviste quali "Ant. End" e "Pianura", alle vicende della cosiddetta neoavanguardia nell'ambito del Gruppo '63.

Sono di questo periodo alcune prose sperimentali come "Narcisso", uscito nel 1968 da Einaudi, cui seguono "Tempo di massacro" e "L'arrivo della lozione" (Calypso), e plaquette poetiche quali "Il millennio che muore" (Einaudi 1972).

Rispetto a queste esperienze giovanili, nel 1980 "Abitare il vento" (Einaudi) segna una svolta: il protagonista, come nel successivo "Mareblù", uscito due anni dopo da Mondadori, si sente incapace di cambiare il mondo con metodi trasgressivi e rivoluzionari. E' del 1983 il provocatorio pamphlet "Arkadia", dove Vassalli critica i gruppi sperimentali di cui ha fatto parte: nella sua ricerca di nuovi personaggi o, meglio, di una letteratura pura, diventa emblematico il poeta Dino Campana, riproposto nel 1984 nella "Notte della cometa" (Einaudi).

Nel 1985 Vassalli ha scritto il pamphlet "Sangue e suolo", nato da un'inchiesta propostagli all'Einaudi da Giulio Bollati sul bilinguismo e il calo numerico degli italiani in Alto Adige, e "Il neoitaliano". Nel 1990, avviando una personale opera di ricerca storica, è arrivato il grande successo editoriale de "La chimera", ambientato nel Seicento, vincitore lo stesso anno del Premio Strega. Pubblicato da Einaudi e tradotto in diverse lingue, il romanzo fa affiorare un gusto per l'intreccio e la costruzione dei personaggi che gli ha valso un grande favore di critica e pubblico, raccontando la storia di una strega.

E' dedicato invece al Settecento "Marco e Mattio", uscito da Einaudi nel 1992, e all'Ottocento e agli inizi del Novecento "Il Cigno" (Einaudi, 1993) prima e, dopo la parentesi quasi fantascientifica e satirica di "3012: cuore di pietra" (Einaudi, 1996), un'epopea della storia democratica dell'unità d'Italia che ruota intorno a una grande casa di Novara. Nel 1998 è uscito "Gli italiani sono gli altri", (Sottotitolo "Viaggio (in undici tappe) all'interno del carattere nazionale italiano", Baldini e Castoldi), una raccolta di articoli polemici scritti per varie testate giornalistiche, e il romanzo "La notte del lupo" (Baldini e Castoldi), protagonista Yoshua, un Gesù privato di ogni aspetto divino e soprannaturale.

Con "Stella avvelenata", pubblicato da Einaudi nel 2003, Vassalli è tornato alle grandi storie raccontando di un giovane chierico di Casale Monferrato che, nel 1441, intraprende un viaggio verso Parigi. Nel 2005 ha pubblicato "Amore lontano" (Einaudi) e "Terra d'acque. Novara, la pianura, il riso" (Interlinea), dove racconta se stesso e i luoghi dove ha trascorso gran parte della sua vita e dove ha ambientato molti dei suoi romanzi.

Negli ultimi anni Vassalli si è avvicinato al presente, riscoprendo anche il genere del racconto con "La morte di Marx e altri racconti", (Einaudi, 2006), mentre nel 2007 ha pubblicato per Einaudi "L'italiano", dodici storie esemplificative del carattere degli italiani, della loro debolezza e meschinità. Nel 2008 sono usciti "Dio, il diavolo e la mosca nel grande caldo dei prossimi mille anni" (Einaudi) e "Natale a Marradi. L'ultimo Natale di Dino Campana" (Interlinea).

E proprio alla casa editrice Interlinea di Novara, diretta da Roberto Cicala, Vassalli aveva affidato negli ultimi 15 anni diversi scritti. I libri più recenti Vassalli li ha pubblicati con Rizzoli: "Terre selvagge" (2014), un viaggio nel tempo, in un'Italia ancora misteriosa, al tempo dell'antica Roma, e "Il confine. I cento anni del Sudtirolo in Italia (2015). E' stato commentatore e opinionista per diversi giornali, tra cui "La Repubblica", "Il Corriere della Sera" e "La Stampa".

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