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Libri, Teodori presenta 'Il vizietto cattocomunista'

28 ottobre 2015 | 16.49
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Il premier Matteo Renzi - (Adnkronos)
Il premier Matteo Renzi - (Adnkronos)

“E che cosa è davvero Matteo Renzi? Forse l’ultimo anello del ‘vizio clericale e consociativista ’ che ha sempre inquinato la sinistra?”. L’interrogativo è espresso da Massimo Teodori nel suo ultimo volume, appena uscito per i Nodi di Marsilio (pp. 174, euro 14). “Se è vero che Renzi ha rimosso le scorie veterocomuniste -spiega lo storico- è altrettanto incontestabile che non ha tagliato i ponti con il cattocomunismo, palla al piede del riformismo italiano insediato al centro del Partito democratico”.

Se ne parlerà domani alle 18, nel Salone Vanvitelliano della Biblioteca Angelica, in Piazza Sant'Agostino 8 a Roma. Interverranno, con l’autore, Massimo Bordin, giornalista, Marco Damilano, vice direttore de l'Espresso, Ernesto Galli della Loggia, storico e giornalista, Antonio Polito, vice direttore del Corriere della Sera.

Teodori mette in apertura di libro una citazione di George Orwell: “Se libertà significa qualcosa, allora significa il diritto di dire alle persone cose che esse non vogliono sentire”. Declinando la massima, l’autore svela le ambiguità di settant’anni di egemonie cattoliche e comuniste che, combinate nel ‘vizietto cattocomunista’, hanno reso l’Italia una democrazia anomala. (segue)

In Italia oggi al potere i postdemocristiani

Nei grandi Paesi europei l’alternarsi al potere di conservatori e riformatori ha prodotto l’espansione del benessere e delle libertà. In Italia, invece, la sinistra comunista e postcomunista, confluita con i democristiani nel Partito democratico, è rimasta estranea al riformismo socialista di stampo europeo e ha guardato con ostilità alla laicità dello Stato, con effetti negativi sui diritti civili e la giustizia sociale.

L’anomalia cattocomunista italiana è destinata a continuare all’infinito? Teodori qui mette in luce l’intreccio tra il conservatorismo burocratico comunista e il rapace ‘attaccamento alla roba’ dei clericali, perché il connubio tra gli eredi del Pci e la sinistra democristiana, che ha dato vita all'attuale Pd, viene da lontano: “Tre quarti di secolo, durante cui sia il Pc che le forze postcomuniste hanno prediletto come interlocutore il mondo cattolico, sia politico che ecclesiale”.

Si va così, dalla versione di Palmiro Togliatti, che votando il Concordato pensava di giocare il Vaticano e ne fu giocato, al fatale moralismo di Enrico Berlinguer, attratto dal mondo cattolico, fino ai postdemocristiani d’oggi, il presidente del Consiglio, Renzi, e il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, assurti al massimo potere con il benestare dei postcomunisti.

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