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Aste: battuta da Bolaffi per oltre 200mila euro l'eredità di Craxi

05 novembre 2015 | 18.25
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Alcuni pezzi andati all'asta
Alcuni pezzi andati all'asta

È stata battuta all'asta per oltre 200mila euro l'eredità 'rilasciata' di Bettino Craxi andata all'incanto questo pomeriggio da Bolaffi. Tra i beni appartenuti all'ex leader socialista, e pezzo forte dell'asta, una collezione di cimeli ispirati a Giuseppe Garibaldi, notificata in blocco dallo Stato italiano per il suo valore culturale, raggruppata in un unico lotto e acquistata per corrispondenza per 70mila euro, cifra della base d'asta. Top secret, almeno per il momento, il nome dell'acquirente che si è aggiudicato una collezione composta da 16 sculture, sette bassorilievi, 14 tra dipinti e disegni, ceramiche, documenti, stampe, litografie, medaglie e 150 volumi.

Tra le opere che maggiormente hanno appassionato i partecipanti all'asta, in sala e al telefono, i più collezionisti e galleristi ma con tutta probabilità anche 'nostalgici socialisti', il ritratto di Pietro Nenni, acquistato per 3000 euro, un dipinto di Place Royal de Paris regalato nel 1986 da Jacques Chirac a Craxi in occasione della sua visita a Milano, il pugnale donato al leader socialista dal premier israeliano Shimon Peres che partito da una base d'asta di 50 euro è stato venduto telefonicamente per 4200 e per il quale erano arrivate via internet una ventina di offerte, e un quadro di Alexander Calder, tra i pezzi forti della collezione, acquistato in sala per 75 mila euro da un gallerista collezionista torinese.

"Mettere all'asta l'eredità di Craxi è stato se non un azzardo certo una scommessa - ha sottolineato Filippo Bolaffi, ad dell'omonima casa d'asta - perché si tratta di una collezione molto eterogenea in cui accanto a pezzi di grande valore ci sono oggetti che sono soprattutto importanti per qualche nostalgico socialista che desidera avere in casa qualche oggetto appartenuto al suo leader politico, come per esempio il ritratto di Nenni, e pezzi il cui valore è determinato dal valore del personaggio a cui è appartenuto, come per esempio il pugnale donato da Peres".

Nessuna indiscrezione, filtra, invece, sull'acquirente della collezione garibaldina. "Per il momento il nome deve restare un segreto, ciò che posso dire - ha osservato Bolaffi - e che non l'ha comprata un privato e la destinazione non sarà probabilmente la casa o l'ufficio dell'acquirente. Il mio sospetto - ha concluso - è che la collezione potrebbe avere più visibilità di quella che avrebbe in un'abitazione privata".

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