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Antropologia

Antropologia: sarà ricostruito cervello paleolitico

07 luglio 2016 | 16.45
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Un'immagine del ritrovamento nella grotta del Romito
Un'immagine del ritrovamento nella grotta del Romito

"Per la prima volta possiamo toccare con mano un cervello paleolitico”. Lo ha annunciato il professore Fabio Martini, archeologo dell’Università di Firenze, che ha presentato, nel luogo in cui è avvenuto, il ritrovamento del cranio di un bambino risalente al Paleolitico, nel geosito della Grotta del Romito, in Calabria nel comune di Papasidero, all'interno del Geoparco Unesco del Pollino. Martini sta conducendo da anni una campagna di scavi durante la quale sono emersi resti umani risalenti al Paleolitico: "Stiamo conducendo studi con l’utilizzo di tecnologie avanzate come ricostruzioni 3D, la scannerizzazione 3D per la ricostruzione delle morfologie del cervello -ha spiegato lo studioso- Uno dei risultati più eclatanti che avremo alla fine di quest’anno riguarderà la struttura morfologica del cervello di un ragazzino morto a 10 – 12 anni".

"La pressione del cervello in crescita su un osso ancora tenero come quello del cranio ha permesso di rilevare oggi delle tracce ed attraverso una sorta di calco endocranico tridimensionale abbiamo ricostruito la forma nei minimi dettagli di questo cervello e rilevato le varie aree come quelle del linguaggio", ha detto ancora Martini. "Dunque per la prima volta possiamo toccare con mano un cervello paleolitico. Per la prima volta sono state utilizzate delle tecnologie informatiche molto avanzate, dei software specifici che sono stati elaborati all’Università della California e per la prima volta c’è un prodotto attendibile sicuro che ci indica come era fatto un cervello di 17.000 anni fa".

La notizia arriva dalla Calabria in chiusura della Prima Conferenza degli Unesco Geoparchi Italiani e potrebbe aprire scenari interessanti: "Stiamo avendo un’acquisizione progressiva di dati storici, naturalistici, culturali che fanno avanzare le conoscenze. Dobbiamo citare l’ambito antropologico soprattutto quello dell’antropologia molecolare -ha proseguito Martini- lo studio del Dna antico che ci permette informazioni sicure sul sesso, sull'età, sul tipo di alimentazione ma anche sull’origine di queste popolazioni. Alcuni individui tra i 9 romiti che conosciamo hanno probabilmente una derivazione medio, vicino orientale ipotizziamo attraverso un’immigrazione che possiamo datare intorno ai 25-20.000 anni fa dei gruppi che sono arrivati nel Mediterraneo e che poi si sono stanziati in Campania , Calabria, Puglia, Sicilia", ha specificato Martini.

Una scoperta archeologica dunque in un sito dal grande valore geologico. Non solo è possibile vedere tali resti in un sepolcro ben conservato, all’ingresso della Grotta , ma è stato allestito un vero villaggio Paleolitico con tre modelli di capanne . “Nel villaggio troviamo tre modelli di capanna, dal più semplice, una copertura deperibile con degli alzati molto semplici e frasche -ha concluso Martini- fino alla tenda più impegnativa di diversi metri quadri di superfice utile , costruita con maggiore impegno e da un maggior numero di persone che è un modello ricostruito sulla base delle evidenze francesi e di altre zone dell’Europa Centrale. E’ una costruzione non di fantasia che si basa sia sui dati archeologici e sia sulla comparazione con i primitivi attuali".

“I geositi, in Italia al momento ne sono riconosciuti ben 2.700, sono fondamentali in quanto non solo rappresentano un alto valore scientifico e culturale perché luoghi dove è possibile osservare con estrema chiarezza i fenomeni geologici ed i loro prodotti - ha dichiarato Francesco Violo , segretario del Consiglio Nazionale dei Geologi - ma anche perché rappresentano il potenziale valore economico per l’attività geoturistica. I Geoparchi sono formidabili strumenti utili ad aumentare la conoscenza e la consapevolezza del valore della geodiversità, tutelano le acque, il suolo. Divulgare la cultura geologica diventa uno strumento essenziale per mettere in luce caratteristiche , ma anche criticità e fragilità dei nostri territori troppo spesso abbandonati . Il bene geologico non è più riproducibile e dunque va assolutamente tutelato" , ha concluso Violo.

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