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Arte: opere e cibo in 'OBIC', progetto multimediale

24 novembre 2016 | 12.40
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Spuma di Mozzarella e l'opera di Matteo Basilè, una delle 'coppie' proposte da 'OBIC'
Spuma di Mozzarella e l'opera di Matteo Basilè, una delle 'coppie' proposte da 'OBIC'

Ristoratrice e non solo. Si potrebbe definire così, con l'accento sul "non solo", Anna Paola Lo Presti, titolare a Roma dei due 'Angelina', a Testaccio ed a Trevi, che con il critico d'arte e curatore Gianluca Marziani firma 'OBIC', non casualmente il contrario di 'cibo', una piattaforma progettuale multimediale che è già libro, per Carlo Cambi Editore, e si trasforma in esposizione, convegno, format televisivo, workshop. "Ho scelto il titolo 'OBIC' perchè l'intezione è ribaltare il pensiero contemporaneo sul cibo, il suo essere declinato in termini di eccesso, di dieta, di ristorazione... e connettere il suo essere nutrimento al nutrimento dell'anima, del cervello che è l'arte", spiega Lo Presti, dialogando con l'AdnKronos, e aggiunge: "Così affronto anche una mia esigenza intima di connessione con l'arte, di reinterpretazione del rapporto con il mio lavoro".

In concreto il volume 'OBIC' offre "L’idea o visione del cibo prendendo sul serio l’anima", con scritti di Marziani e testi e ricette appunto di Lo Presti: nel libro le riproduzioni fotografiche di opere di 50 artisti, in gran parte italiani e comunque tutti legati all'Italia si affrontano, anche visivamente, con altrettante ricette, anch'esse 'italiane' descritte e fotografate, il tutte con una mediazione testuale. La generica italianità di artisti, fra i tanti Afro, Boetti, Burri, Echaurren, Manzoni, Savinio, e ricette si costruisce su tre basi concrete che 'OBIC' tiene in considerazione a partire dal fatto che le nostre regioni detengono un patrimonio alimentare d’eccellenza che amplifica le combinazioni tra ingredienti basilari, così da intrecciare la storia della cucina con le vicende culturali di quel contesto. Gli artisti italiani poi hanno spesso mescolato gli ingredienti del mangiare nel loro codice figurativo, integrando le proporzioni del vissuto reale nella sintesi simbolica dell’opera. Infine arte visiva e cibo sono due cardini evidenti delle nostre tradizioni storiche, a conferma di un lusso italiano che ha espresso la sua maturità tra bellezza e piacere.

La narrazione impostata da Lo Presti tra pochi giorni uscirà dalle pagine del volume: il 3 dicembre si inaugurerà a Palazzo Collicola Arti Visive a Spoleto la prima tappa espositiva del progetto 'OBIC' che durerà fino al 12 febbraio prossimo. Una mostra costruita con 10 fra le relazioni opera-ricetta proposte nel libro, per renderne evidenti gli incroci visivi, tematici, filosofici e morali con quadri, fotografie, proiezioni multimediali, installazioni. La mostra non toccherà gli spazi dei due ristoranti di Lo Presti, così come le ricette non saranno per ora insirite nei loro menù perchè "non voglio che OBIC sia motore per Angelina, non è questo lo scopo", scandisce lei. Quanto al suo rapporto con l'arte e con la ristorazione, l'autrice precisa: "l'arte per me ha un valore forte, anche compensativo; ho imparato ad amarla in famiglia, poi ho studiato architettura e questo mi ha fornito altri strumenti. Il cibo mi è arrivato, al di là del normale consumo, attraverso il lavoro ma appartengo a una famiglia di ristoratori ne' mi era propria l'economia che c'è dietro il cibo". La relazione immediata fra opere e ricette è di una consonanza visiva, per colori, volumi ma "io suggerisco soltanto, ciascuno matura, se vuole, una propria relazione fra i due elementi", spiega l'autrice che, in sostanza, costruisce un racconto emozionale ed estetico complessivo più che realizzare 'affiancamenti' singolarmente significativi.

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