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Fotografia

La 'viandante' Vandelli racconta il Sud del mondo in 60 scatti

11 gennaio 2017 | 16.59
LETTURA: 4 minuti

Foto di Annalisa Vandelli
Foto di Annalisa Vandelli

Medio Oriente, Africa e America Centrale tra quotidiane abitudini di povertà, speranze dietro la guerra, volti che ne tracciano il dramma tra le rughe: "dieci anni da viandante attraversando il Sud del mondo". E' il viaggio della scrittrice e fotoreporter Annalisa Vandelli sintetizzato in 60 immagini raccolte nella mostra 'In un vortice di polvere', che sarà inaugurata domani alla Galleria 28 Piazza di Pietra, nel cuore di Roma. "Quel che ho visto è un mondo povero che mi ha arricchita. La fotografia, che è relazione, è solo l'ultimo atto di un lungo percorso intellettuale e fatto di emozioni, di scambio e di traduzione. La fotografia non è tanto un'operazione degli occhi quanto di formazione interiore", racconta all'Adnkronos la fotoreporter.

Ha visitato posti tanto diversi tra loro, parlato con la gente, ascoltato storie. Ha cercato di coglierne il senso in scatti che ne decifrano l'essenza attraverso il suo 'vedere'. "Il Nicaragua è il paese che ho amato di più - dice Vandelli - Sui muri c'è scritto 'viva la poesia'. E' un paese di una rivoluzione persa. Da un punto di vista ideale è un paese fortissimo". Mentre "non dimenticherò mai il Natale di qualche anno fa a Rawalpindi, in Pakistan: l'ho trascorso con i cristiani in carcere. Mi ha portato lì il fratello medico di Shahbaz Bhatti, il ministro pachistano per le Minoranze religiose ucciso a mitragliate - racconta la fotografa -. Oggi Paul Bhatti ha ereditato la battaglia ideale del fratello ed era attesissimo dai cristiani che a piedi scalzi nella chiesetta del carcere hanno sparso petali di rosa. In questa assoluta povertà c'era una ricchezza che raramente ho trovato in Occidente. E' stato il Natale più bello della mia vita".

"Quell'altrove che ho avuto modo di vedere, oggi che sono qui in Italia, entra a casa mia: la sensazione che ho è di ribaltamento. Provo dolore perché non ho le capacità fino in fondo di ricambiare l'accoglienza che mi è stata riservata appunto in quell'altrove. Abbiamo un'occasione unica - e devo dire che molti italiani lo stanno facendo nei confronti dei migranti - di manifestare la nostra umanità. Facciamolo", aggiunge Vandelli convinta che l'impegno "specie di noi giornalisti, è portare una goccia di splendore in ogni cosa".

Le sessanta fotografie che compongono la mostra sono il risultato del lavoro di selezione dei curatori Tatiana Agliani e Uliano Lucas; la studiosa di comunicazione visiva e il fotoreporter di fama internazionale restituiscono al pubblico il distillato di 10 anni di racconti.

Domani all'inaugurazione della mostra, che sarà aperta dal giornalista e conduttore televisivo Franco Di Mare, saranno presenti lo storico dell’arte Andreas Neufert e il direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Pietro Sebastiani.

Le fotografie sono accompagnate da testi, video e musiche, ai quali il visitatore potrà accedere tramite QR code, che non solo richiamano racconti, ma mescolano emozioni e conoscenze attraverso linguaggi diversi. La mostra sarà accompagnata da un libro d’autore per i tipi di Incontri Editrice, ispirato alla nota agenda Moleskine, che ha accompagnato per questi dieci anni la reporter, con fotografie, testi letterari e appunti scritti a mano.

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