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'Il tempo di una notte', monologo su rapporto tra la Duse e sua figlia

30 giugno 2017 | 15.26
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'Il tempo di una notte', monologo su rapporto tra la Duse e sua figlia

La diva del teatro dal talento smisurato ma incapace di mettere radici e di sentirsi madre. 'Il tempo di una notte' è il monologo di Enrichetta, figlia di Eleonora Duse e nasce come piece teatrale, scritta e interpretata da Annarita Marino, artista prematuramente scomparsa nel 2015, con la regia di Luca Brignone. L'opera, ora riprodotta in testo curato da Maria Teresa Marino, con l'introduzione di Luca Barbareschi (Città del Sole Edizioni, pp. 64, 10 euro) nasce dallo studio del rapporto quasi esclusivamente epistolare tra madre e figlia con un'ottantina di lettere autografe scritte in italiano, francese ed inglese (tra il 1892 e il 1924), due esistenze che scorrono parallele, distanti e silenziose, vicine solo negli echi di dolori antichi e di antichi rimorsi. Enrichetta, nata dal matrimonio della Duse con Tebaldo Marchetti in arte Checchi, si racconta dopo la morte di quella madre che non ha mai pienamente conosciuto, rinchiusa in una solitudine difficile da accettare.

Eleonora Duse fa fatica a interpretare il suo ruolo reale, in contrapposizione e in virtù della sua capacità di immedesimazione nei suoi personaggi, così profonda da riuscire a vivere le loro emozioni. ''Andiamo Enrichetta… dai che è tardi… la mamma deve andare…. Andare, partire…''. La figlia è ancora una bambina, costretta a seguire la mamma nella sua corsa di donna di spettacolo. E poi, a cinque anni, per Enrichetta arriva la vita in collegio: Torino, Dresda e infine Inghilterra. Alla sua prima esperienza in un istituto, la piccola osserva la mamma dalla finestra ''mentre percorre il viale alberato. Il suo passo veloce ed elegante''. Un'immagine che ricorderà per sempre. Abbandonato il rancore che l'ha accompagnata negli anni della sua infanzia e adolescenza, Enrichetta va a cercare la madre nel luogo che ha rappresentato la sua esistenza: il teatro. È un ultimo, estremo, tentativo di riappropriarsi della sua identità di figlia. Quell'assenza ha una ragione ed Enrichetta ne ha pagato il prezzo più alto.

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