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La teoria

Pompei, cambia la data dell'eruzione

16 ottobre 2018 | 11.39
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA
(Fotogramma/Ipa) - FOTOGRAMMA

Un'iscrizione a carboncino ritrovata nella Regio V di Pompei supporta la teoria che la data dell'eruzione del Vesuvio che distrusse la città nel 79 d.C. fosse a ottobre e non ad agosto. La scritta è infatti datata al sedicesimo giorno prima delle calende di novembre, corrispondente al 17 ottobre. L'iscrizione appare in un ambiente di una casa che era in corso di ristrutturazione a differenza del resto delle stanze già completamente rinnovate. Trattandosi di carboncino, fragile ed evanescente che non avrebbe potuto resistere a lungo nel tempo, è più probabile quindi che si tratti dell'ottobre del 79 d.C., una settimana prima della grande catastrofe che sarebbe, secondo questa ipotesi, avvenuta il 24 ottobre.

"Oggi, con umiltà, un pochino stiamo riscrivendo i libri di storia", sostiene il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli, osservando che "quando facciamo ricerca il bello è che troviamo qualcosa che non cercavamo". "L'iscrizione scoperta semplicemente ci aiuta a datare meglio quella che è la data della famosa eruzione - sottolinea - Non è più agosto ma ci muoviamo verso ottobre, il che da un certo punto di vista ci aiuta a capire come mai qui trovavamo tanti melograni, e sappiamo che il melograno di solito non matura in estate ma più avanti". Bonisoli ipotizza che "nel Medioevo qualche amanuense possa essersi sbagliato a trascrivere la lettera di Plinio", quella dalla quale si evinceva che l'eruzione del Vesuvio fosse avvenuta il 24 agosto.

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