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Tito Boeri: "Mensile 'eco' di Mentana è risposta a negazionismo economico" - Video

La nuova testata vuole "rispondere a una domanda crescente di informazione di qualità sui temi economici"

17 aprile 2024 | 15.33
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"Valutare le politiche pubbliche a partire dai dati" e rifiutare il "negazionismo economico": sono alcuni dei principi chiave che guideranno le scelte editoriali di 'eco', il nuovo mensile di economia edito da Enrico Mentana e diretto da Tito Boeri. Ed è proprio il direttore Boeri a illustrare nell'editoriale del primo numero, disponibile in edicola e in digitale, le linee guida, i temi e i principi alla base di 'eco', che vuole essere il "tentativo di rispondere a una domanda crescente di informazione di qualità sui temi economici". "Non troverete su queste pagine consigli per gli acquisti in borsa", spiega Boeri, ma "cercheremo di offrirvi strumenti per meglio capire l’intricato mondo della finanza. Ci occuperemo poi di lavoro, di prezzi, di casa, di salute, di tasse, di distribuzione del reddito, stato sociale, innovazione, immigrazione e coesione sociale e di tanti altri temi rilevanti nel quotidiano per la stragrande maggioranza degli italiani".

"Nella diversità delle opinioni che verranno ospitate su 'eco' - prosegue il direttore - ci sono alcuni principi che guideranno le nostre scelte editoriali. Il primo è quello di valutare le politiche pubbliche a partire dai dati. In Italia i numeri vengono usati ancora troppo poco nel guidare la politica economica. Spesso - sostiene - si prendono decisioni 'a intuito', sulla base di ragionamenti privi di riscontri oggettivi. E non si capitalizza l'esperienza di politiche varate in precedenza. Questo va a scapito delle decisioni che si prendono. Non si impara dai successi - rimarca Boeri - e ancor meno dagli errori. Per valutare ci vogliono metodi e dati. Per questo, a costo di essere pedanti, sulla rivista troverete tanti numeri, molte figure e tabelle corredate da spiegazioni dettagliate su come i dati sono stati raccolti e analizzati".

"Il secondo principio - si legge nell'editoriale - è che i dati non si fanno intimidire. C’è una pericolosa abitudine nel confronto pubblico, soprattutto in Italia. Quando le statistiche dicono cose diverse dal messaggio che si intende trasmettere, non si cerca di capirne le ragioni; ce la si prende con le statistiche anziché con le proprie convinzioni. Si sostiene che le statistiche non sono attendibili, si cerca così di svilirle. Questo atteggiamento è deleterio perché ci priva di una base condivisa di conoscenze a partire dalle quali formarsi un’opinione. Rimaniamo ancorati ai nostri pregiudizi, alle nostre convinzioni aprioristiche senza avere il coraggio di verificarne la validità. Come in Dostoevskij - sottolinea - ognuno crede quel che vuole, cioè di essere l’unico depositario della verità. In questo modo non impariamo nulla dal confronto pubblico. Si riduce anche il controllo democratico sull’operato dei governi e delle istituzioni".

"Il terzo principio è il rifiuto del negazionismo economico. Si respira da tempo, non solo in Italia - sostiene Boeri - un atteggiamento di ostilità contro gli esperti, accentuato dalla retorica populista e dall’accesso acritico a Internet. Avviene soprattutto nel campo delle scienze sociali. Il fatto è che il linguaggio dell’economia è entrato nella mente di tutti e questo porta molti a immaginarsi economisti, così come ai mondiali si è tutti allenatori della nazionale di calcio". "Il fatto più grave è che in questo clima trovano spazio tesi alimentate di proposito da gruppi di interesse che traggono vantaggio dall’attuazione di piani tanto avvincenti (e avventurosi) quanto astrusi. Ecco il mercato del lavoro descritto come un autobus in un’ora di punta, in cui, per fare posto a chi vuole salire, bisogna prima far scendere altri (magari mandandoli in pensione). Ecco i tagli alle tasse che si finanziano da soli, ecco le criptovalute descritte come monete sicure che ci sottraggono alla dittatura delle banche. Ecco il mattone come panacea di tutti i mali dell’economia italiana. E potremmo continuare. Il modo migliore di contrastare il negazionismo economico - afferma Tito Boeri - è l’umiltà di documentare il più possibile tutte le affermazioni, non rinunciando mai a sottolineare l’impossibilità di generalizzarle a contesti molto diversi. Sarà questo il metodo che ci proponiamo di seguire", conclude.

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